I rami in oggetto si trovano nella zona Est (destra sul rilievo) del Buso della Rana, ma pur sembrando molto vicini all’ingresso, in realtà si trovano su un livello superiore raggiungibile solo facendo il giro per i rami Trevisiol-Messico o Ponticelli-Congiungimento.
Per questi rami passa tutta l’acqua che proviene dalla Pisatela attraverso il Ramo Nero; sparisce in strette fessure impraticabili per l’uomo e ricompare con le piene ne Ramo delle Marmitte o il Destro dell’Ingresso.
La via più comoda è quella per il Ramo Messico, quello che presenta meno strettoie e meno tratti dove strisciare.
Il Ramo Verde, nel tratto a valle, è un’alta galleria, in alcuni punti profondamente erosa, che si percorre a volte al livello del corso d’acqua, a volte su tratti superiori fossili.
La Sala degli Imbuti è da sempre un mistero per chi non l’ha mai vista; la mancanza di fotografie, che la ritraessero nella sua completezza, faceva viaggiare la mente nell’immaginarsi come potesse essere.
La realtà è che non inghiotte nessun corso d’acqua perchè l’acqua arriva dal ramo sottostante, la Fessura Allagata. Il pavimento è completamente ricoperto da sabbia che ha ostruito le vie di deflusso dell’acqua; con le piene l’acqua non defluisce e sale di livello fino a riempire completamente la Sala degli Imbuti (6-7 metri sopra) e poi riversarsi nei rami Scaricatore e Sassi Mori e pure allagando il tratto superiore del Ramo dei Sabbioni. La sabbia dei Sabbioni viene così livellata ad onde che cancellano tutte le impronte lasciate dagli speleologi.
Il Ramo dei Sabbioni è caratterizzato da una grande galleria principale con numerose diramazioni che si ricongiungono ad anello con essa. I tratti attivi sono chiaramente quelli più belli.
Capo Horn è la saletta più a nord del ramo; oltre ci si è fermati di fronte ad una frana che potrebbe essere la stessa che blocca i rami della Zona Peep, molto vicina in linea d’aria e quasi sicuramente collegata in ere passate.
Come detto in precedenza, anche il Ramo dei Sassi Mori viene invaso dall’acqua durante le piene. E l’acqua deve arrivare pure con una certa potenza dato che un bivacco (tenda e vettovaglie varie) fatto da alcuni speleo del “Proteo” di Vicenza è stato spazzato via e disseminato ovunque. Chissà come mai i “veci” esploratori del gruppo avevano deciso di fare il loro bivacco più avanti, in alto, oltre la frana?