Storia

Si scava alla ricerca di reperti paleolitici nella cava adiacente l'ingresso negli anni '50. Qui ora si trova il parco dell'Incantamonte (foto archivio GGT)

Si scava alla ricerca di reperti paleolitici nella cava adiacente l’ingresso negli anni ’50. Qui ora si trova il parco dell’Incantamonte (foto archivio GGT)

La grotta è conosciuta fin dall’antichità e sicuramente frequentata dalle popolazioni preistoriche, come testimoniato dal ritrovamento di reperti archeologici nella vicina Cava Maddalena di Sopra e nei pressi dell’ingresso (dove ore si trova il parco dell’Incantamonte). Tali reperti risalgono al tardo Neolitico (5000 anni fa) ed all’Età del Bronzo (3000 anni fa) e sono conservati al Museo del Priaboniano a Priabona.

 

Reperti palolitici trovati nella cava adiacente l'ingresso (foto archivio GGT)

Reperti paleolitici trovati nella cava adiacente l’ingresso (foto archivio GGT)

Reperti palolitici trovati nella cava adiacente l'ingresso (foto archivio GGT)

Reperti paleolitici trovati nella cava adiacente l’ingresso (foto archivio GGT)

Il nome della grotta non ha nulla a che fare con il simpatico anfibio, ma deriva dalla parola cimbra “roan” che significa “parete rocciosa”; quindi “buso della parete rocciosa”, “buso dea roan” che si è trasformato in “buso della rana”.

I Cimbri sono una popolazione di origine germanica che tra i secoli X e XII scesero a colonizzare buona parte dei territori montuosi veneti e che s’insediarono pure da queste parti.

Su questa grotta, come nelle consorelle della zona, è fiorita la leggenda delle Anguane, che, sotto l’aspetto di vaghe donzelle uscivano di notte dai meandri sotterranei del monte, attraendo con arti maliarde i giovani dei paesi vicini che incuriositi si avvicinavano all’ingresso.

 

Esplorazioni fino al 2012

Esplorazioni fino al 2012

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