1981 Rilievo Altimetrico

Note introduttive al rilievo altimetrico

Di E.Gleria, D.Zampieri – anno 1981

ANTEFATTO.

La realizzazione delle altimetrie al Buso della Rana è sempre stata subordinata al completamento delle planimetrie. Già il Trevisiol presentando il rilievo della grotta con 250 stazioni per complessivi 2600 m è in grado di fornire grande precisione e dettaglio nella pianta, avendo tra le altre cose a disposizione una bussola con cerchio graduato di 15 cm di diametro, mentre nel profilo longitudinale resta alquanto approssimato essendosi affidato unicamente a misure barometriche.

Ma riportiamo integralmente le argomentazioni del Trevisiol in proposito (TREVISIOL, 1939):

“Data la conformazione della cavità, per la massima parte costituita da salti, strettoie ed anguste svolte, si presentava materialmente impossibile eseguire il rilevamento altimetrico della grotta con i comuni strumenti di misura. Fu giocoforza perciò ricorrere a misure barometriche che si presentavano come unico mezzo comodo, atto a dirci, sia pure con approssimazione, i maggiori dislivelli esistenti tra i vari punti principali della grotta.
Dalle poche esperienze del genere, sinora compiute nelle caverne, sembra che la pressione atmosferica presenti alcune anomalie dovute probabilmente al diverso comportarsi della pressione stessa in ambienti privi od a scarsa comunicazione con l’esterno. Malgrado ciò ed in mancanza di meglio siamo ricorsi alla barometria usufruendo dei due diversi aneroidi in quantochè il barometro a mercurio si presentava poco adatto per la scarsa praticità di impiego nell’ambiente sotterraneo naturale di una grotta accidentata con angusti passaggi, strettoie, bacini d’acqua, ecc.
I risultati raggiunti sono esposti nella tabella sottostante. I calcoli esposti nella tabella sono stati eseguiti usufruendo della formula del Laplace. Pertanto in base ai risultati raggiunti possiamo, per i punti principali della grotta stabilire le seguenti quote arrotondate:
Ingresso: m 350
Laghetto della cascata: m 367
Base.del.Camerone della Lavina: m 408
Sommità dell’Androne terminale: m 471
Dai dati sopra esposti rileviamo che il dislivello totale della grotta dall’imboccatura al punto più alto dell’Androne terminale risulta di 121 metri.

La quota del fondo delle doline situate sulla verticale: dell’Androne terminale risulta dalla carta al 25.000 dell’IGM di m 600 circa; ne consegue che il dislivello esistente tra il fondo delle doline in parola e la sommità del cono detritico del vano terminale, deve essere di 129 m, dei quali almeno una trentina si riferiscono al soffitto dell’Androne stesso. Pertanto il diaframma roccioso esistente tra il soffitto di tale androne e la superficie esterna deve aggirarsi sui 100 metri.” 

La tecnica barometrica, pur avendo consentito al Trevisiol una notevole speditezza nella valutazione delle quote, i cui valori in prima approssimazione possono essere ritenuti indicativi, non può più essere ritenuta attendibile e si deve considerare quindi non accettabile.
La stratificazione termica dell’aria, le variazioni di umidità e la presenza di correnti d’aria fanno si che la pressione atmosferica nelle cavità, e in particolare in un complesso ipogeo vasto e articolato come quello del Buso della Rana, si discosti troppo dalle condizioni standard presenti in prossimità dell’ingresso della grotta.
Anche nello studio posteriore di ALLEGRANZI et al. (1960) l’altimetria è parziale o approssimativa e schematica. Non sono note le tecniche usate per stabilire le quote all’estremità dei rami riportati nella seguente figura:

E cioè:
Ingresso m 345
Camera della Scritta m 414
Androne Terminale m 471
Sala della Targa m 508
In un’altra tavola compaiono due figure (4-5) con tratti di gallerie che danno un’idea parziale dell’andamento nel piano verticale della grotta.
Il profilo altimetrico del Ramo Trevisiol, rimasto inedito, ma rilevato in quegli anni (1955-56), mostra un dislivello di 136 metri (118 m alla Sala della Targa).

UN’OCCASIONE MANCATA.

Nel 1969, con le nuove scoperte nel Ramo Attivo di Destra, troviamo operare alla stesura degli aggiornamenti del vecchio rilievo ancora parte delle persone dello stesso gruppo che rilevò negli anni ’55-56. Ancora una volta le rilevazioni prendono avvio dalle planimetrie con calcolo degli sviluppi in proiezione, mentre vengono lasciate ad una seconda fase i profili altimetrici.
Questo consentì indubbiamente una progressione più rapida nel lavoro di rilievo che affianca le fasi di esplorazione suggerendo di volta in volta l’avanzamento nei rami più promettenti, i collegamenti tra parti diverse della grotta e le soluzioni per il superamento di passaggi occlusi da frane. D’altra parte il disimpegno della vecchia generazione di speleologi, ormai compiuto all’inizio del ’70, mette in seria difficoltà la squadra di rilevamento proprio alla vigilia della scoperta dei Rami di Sala Snoopy, costringendo a rimandare ulteriormente la seconda fase di lavoro, cioè la realizzazione delle altimetrie.
La scoperta del sistema idrico indipendente del Ramo Nero, in un primo tempo, e della sua continuazione (individuata sulla base delle planimetrie) nel Ramo Verde, poi, rende ad un certo punto improrogabile la corretta definizione delle altimetrie, che pertanto prendono avvio verso la fine del ’73.

IL NUOVO RILIEVO DELLE SEZIONI VERTICALI.

Al lavoro inizialmente prendono parte P.Boscato, F.Farronato, E.Gleria, D.Zampieri con la collaborazione di altri soci del gruppo grotte CAI di Vicenza. In seguito, dopo una fase di stasi in cui vengono elaborati i risultati delle esplorazioni di quegli anni (GLERIA & ZAMPIERI,.1973), Farronato e Gleria riprendono il rilevamento altimetrico in collaborazione con il C.S.P., estendendolo attraverso il Ramo del Congiungimento fino al Ramo Verde.
Anche nel più recente lavoro sul Buso della Rana (G.& Z. 1978) viene mantenuta immutata la tecnica per il calcolo degli sviluppi, che non corrispondono a quelli reali. Ciò ha oltretutto il vantaggio di conservare una certa uniformità con i dati delle precedenti pubblicazioni. L’andamento delle nuove gallerie non muta poi sostanzialmente e lo sviluppo in proiezione si può affermare rappresenti quello reale con una certa approssimazione per difetto. L’entità di questo difetto ha potuto essere messa in evidenza nella fase di elaborazione dei dati relativi al rilievo altimetrico.
Questo rilievo è stato eseguito per il Ramo Principale, Ramo Trevisiol (alla Sala della Targa), Ramo Attivo di Destra (alla finestra di Sala Ghellini), Ramo delle Marmitte-Ponticelli-Congiungimento-Verde (parte a monte).

Rilievo in sezione dal Ramo delle Marmitte a Sala Snoopy

Rilievo in sezione dal Ramo delle Marmitte a Sala Snoopy

Rilievo in sezione del Ramo Verde

Rilievo in sezione del Ramo Verde

Rilievo in sezione del Ramo Trevisiol

Rilievo in sezione del Ramo Trevisiol

Rilievo in sezione del Ramo Principale

Rilievo in sezione del Ramo Principale

Rilievo in sezione del Ramo dei Ponticelli

Rilievo in sezione del Ramo dei Ponticelli

Rilievo in sezione del tratto Trivio-Marmitte-Ponticelli-Congiungimento-Verde

Rilievo in sezione del tratto Trivio-Marmitte-Ponticelli-Congiungimento-Verde

Rilievo in sezione del Ramo delle Marmitte

Rilievo in sezione del Ramo delle Marmitte

Rilievo in sezione del Ramo del Congiungimento

Rilievo in sezione del Ramo del Congiungimento

Rilievo in sezione del Ramo attivo di Destra

Rilievo in sezione del Ramo attivo di Destra

METODOLOGIA

Per il lavoro di rilevamento è stato usato un ecclimetro a filo da miniera con suddivisione in 20′ tale da permettere una lettura con una approssimazione di ± 0°05′. Lo strumento veniva sospeso ad un cavo rigido teso tra due paline tenute verticali, alte un metro e graduate, in modo da non interferire con la topografia accidentata della grotta (blocchi sul pavimento, piccoli salti, ecc.) e che permettono inoltre di rilevare direttamente la profondità dei tratti allagati. L’ecclimetro è stato sempre applicato preferenzialmente sulla parte del cavo vicina al capo-saldo più arretrato. La lunghezza tra stazione e stazione è stata misurata con la cordella metrica (lunghezza spaziale),
Gli errori di misura dell’angolo possono essere imputati a: cavo non teso bene, sostituzione non perfetta dei paletti tra di loro nell’avanzamento, attrito del filo a piombo sul semicerchio graduato, abbassamento del filo non coincidente esattamente con la divisione (10 cm) del paletto (per i tratti più bassi di 1 mt).
L’elaborazione dei dati di campagna con apposito programma allegato in appendice permette di ricavare la sommatoria dello sviluppo in proiezione e del dislivello raggiunto punto per punto. Ciò ad evitare, nella fase di disegno, di sommare vari errori riportando le singole distanze che nell’elaborazione hanno perso la caratteristica di lunghezze intere.

SITUAZIONE ATTUALE.

Negli ultimi anni il perfezionamento delle nuove tecniche di progressione ha consentito agli speleologi vicentini di esplorare al Buso della Rana anche i sistemi dei camini, che ora, anche alla luce delle recenti scoperte, sembrano offrire grosse prospettive sia per lo sviluppo dei sistemi verticali, sia per l’eventuale presenza di condotte fossili sub-orizzontali a livelli superiori (GLERIA,1975 ).
Vanno ricordati a questo proposito il Ramo dell’Incidente, diramazione dei Rami di Sinistra, risalita dal CAI di Vicenza fino a +70 m, il Ramo dei Salti, risalito dal gruppo CAI di Malo, il Camino Natale ’77 nel Ramo Principale, risalito dal gruppo CAI di Schio.
Nei rilievi dei camini o di questi rami ascendenti il rilievo spaziale è notevolmente superiore a quello in proiezione, che non è più significativo. Il problema della valutazione dell’effettivo sviluppo della grotta, cioè dello sviluppo spaziale, si è evidenziato in maniera particolare in fase di elaborazione della comunicazione “Aggiornamento allo sviluppo del Buso della Rana” presentata al I Congresso Triveneto di Speleologia (ZAMPIERI, LANARO, NASSI & BUSELLATO 1980). Qui infatti ci si è dovuti limitare a fornire ancora una volta uno sviluppo planimetrico, pur con la precisazione degli avanzamenti avvenuti nei Camini.
In seguito alle scoperte di nuovi camini fatte nell’81 nel Ramo Principale (CAI Vicenza) e nel Ramo Trevisiol (CAI Schio), il problema si è ancora di più acuito.
A tutt’oggi i rilevamenti fatti al Buso della Rana nei diversi rami si presentano estremamente disomogenei. Per i rami più percorsi esistono rilievi di gran dettaglio, fatti e rifatti da più gruppi in diversi momenti e con diversi sistemi. Di questi si conosce ovviamente molto bene lo sviluppo reale. Altri rami, anche di notevole sviluppo, risultano percorsi pochissime volte in occasione dell’esplorazione, quando venne steso di pari passo anche il rilievo planimetrico.
Sono tuttora sprovvisti di rilievo spaziale il “Ramo delle Colate, il Ramo delle Cascate, il Ramo dei Camini, la parte finale del Ramo Attivo di Destra (dopo la Sala Ghellini), i Rami di Sala Snoopy a W della Sala omonima e in parte anche quelli a E, il Ramo della Paglia, tutto il Ramo Nero!, il Ramo Verde a valle della confluenza del Ramo del Congiungimento, il Ramo dei Sassi Mori, il Ramo Scaricatore, il Ramo dei Sabbioni e relativi anelli di destra e di sinistra.
Essendo evidente l’impossibilità di fare qualsiasi previsione sul momento in cui qualcuno si assumerà l’onere di colmare la lacuna, non rimane che percorrere un’altra strada, vale a dire tentare di giungere ad una valutazione composta da documentati dati spaziali, per i rami dove esistono, e da dati spaziali estrapolati per i rimanenti rami. Tale estrapolazione può essere oggi ricavata con una buona approssimazione sul dato reale, in quanto l’andamento delle gallerie sprovviste di sviluppo spaziale non differisce dall’andamento generale della grotta, camini risaliti a parte.
L’incremento dello sviluppo spaziale sullo sviluppo delle proiezioni in pianta, ricavate dagli stessi sviluppi spaziali, risulta essere per il Ramo Principale del 2.25%, per il Trevisiol del 3.85 %, per il Ramo Attivo di Destra del 4.55%, per i Rami delle Marmitte,Ponticelli,Congiungimento e Verde sup. del 4.34%
Il tratto iniziale di grotta, dall’ingresso all’inizio del Camerone dei Massi, può essere considerato un tratto anomalo, in quanto particolarmente regolarizzato dalle piene che qui raggiungono la loro massima portata, prima di sboccare all’esterno. In questo senso va interpretato il valore particolarmente basso (2.25% di incremento dello sviluppo spaziale rispetto la sviluppo planimetrico. E’ evidente che il tratto iniziale di grotta poteva andare calcolato assieme al R.Trevisiol, oppure al R.Attivo di Destra o al R.Marmitte-Ponticelli ecc., abbassandone il relativo valore di incremento spaziale.
La percentuale da ritenere significativa è quindi un valore medio di 4%.
Si propone in conclusione di incrementare di un 4% lo sviluppo di tutti quei rami prima citati che possiedono solo uno sviluppo planimetrico. Questo nuovo valore, sommato allo sviluppo spaziale dei vari camini e dei rami ascendenti,costituisce lo sviluppo reale del Buso della Rana.

 

 

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