Colonia ibernazione pipistrelli

Riassunto della tesi di laurea sullo studio della colonia di ibernazione dei pipistrelli al Buso della Rana

su gentile concessione dell’autrice: Vettorazzo Lara – C.S. Proteo Vicenza

Analisi di dati storici

  Le attività svolte in questo lavoro sono state principalmente lo studio e il monitoraggio di una colonia monospecifica di pipistrelli all’interno della grotta Buso della Rana. La colonia è formata da esemplari di Ferro di cavallo maggiore, la più grande specie europea del genere Rhinolophus; è stata monitorata nel corso dell’inverno 2003-2004

Si tratta di una delle colonie di svernamento più importanti in tutto il Nord-Est Italiano. Come riferito in tabella (tab. 1), le colonie di Ferro di cavallo maggiore con più di 100 esemplari in tutto il Veneto sono solamente 4, ovvero la colonia di transizione a Vittorio Veneto, la colonia invernale alla cava Carli, la colonia invernale alla Voragine Casarotto e la colonia di ibernazione del Buso della Rana.

Inoltre essa è la colonia conosciuta da più tempo, essendo nota da oltre 50 anni. I primi dati sulla presenza di pipistrelli all’interno di questa grande cavità carsica risalgono al 1952 (Ruffo, 1960): il 27 dicembre di quell’anno si contarono circa 60 pipistrelli ibernanti nel Ramo del Labirinto. La specie osservata era il Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774). I dati successivi risalgono al 1977 (Vernier, 1978), quando il 27 marzo furono trovati 16 Rinolofi in uno dei rami alti del Labirinto. Il numero così esiguo probabilmente si deve al fatto che il controllo è avvenuto verso la fine del periodo di ibernazione quando la maggior parte della colonia si era già trasferita in altri siti. Una serie di controlli regolari sull’andamento della colonia è citata in Vernier (2000d); la consistenza numerica valutata nell’inverno 1989/1990 era di 201 esemplari. Negli anni successivi il numero di componenti della colonia tende a diminuire: 188 individui nell’inverno 1992/1993 e 167 nell’inverno 1993/1994. A questi dati si aggiungono i conteggi degli inverni 1990/1991 e 2000/2001, ricavati da fotografie scattate alla colonia in quegli anni. Nella stagione 1990/1991 sono stati contati 157 esemplari, divisi in 2 gruppi di 102 e 55 individui. Nella fotografia della stagione 2000/2001 si ha una visione parziale della colonia, in cui si contano 70 esemplari, ma non si conosce il numero totale degli individui per quell’anno.

 

Provincia Comune Sito

NM

Ci

Ce

cR

Padova Rovolon gr.Busa dell’Orso

7

I

Padova Teolo cavità artif.su M.te d.Are

5

I

E

Padova Teolo casale abbandonato

4

E

Padova Padova sotterranei delle Mura (Bast.I.)

1

I

Padova Padova sotterranei delle Mura (S.Croce)

3

I

E

Padova Padova sotterranei delle Mura (Bast.H.)

15

E

R

Padova Padova soffitte Abbazia di S.Giustina

10

E

Venezia Mirano grotte del Castelletto

12

I

E

Venezia Venezia Forte Carpenedo

1

I

Belluno Vas gr.d.Boranga

1

I

Treviso Vittorio Veneto ex Cava Italcementi

250

I

Treviso Pederobba gr.Bislonga

10

E

Treviso Pederobba tunnel artificiali (bellici)

5

I

Treviso Susegana gr.artificiali del Castello

1

I

Treviso Susegana gr.Bus de le Fade

2

I

Treviso Nervesa d.Battaglia gr.non catastata

1

I

Verona S.Anna d’Alfaedo gr.A del Ponte di Veja

4

I

Verona S.Anna d’Alfaedo gr.Coal di Campore

10

E

Verona Torri del Benaco gr.Tanella

10

E

Verona Velo Veronese Covoli di Velo

3

E

Verona Brenzone gr.dei Trovai 157

3

E

Verona Tregnago gr.Damati

15

E

Verona Peri gr.Spurga di Peri

12

I

Vicenza Arcugnano gr. Voragine Casarotto

135

I

Vicenza Longare gr.della Guerra

10

I

E

Vicenza Longare gr.della Mura

15

I

E

Vicenza Longare cava Carli

240

I

Vicenza Monte di Malo gr.della Poscola

3

I

Vicenza Monte di Malo gr.Buso della Rana

205

I

Vicenza Monte di Malo gr.Buco d.Soglio

3

I

Vicenza Monte di Malo gr.Buco d.Soglio

1

I

Vicenza Monte di Malo abitazione rurale

35

E

R

Vicenza Valstagna grotte di Oliero

4

I

Vicenza S.Pietro Valdastico voragine delle Banchette

4

I

Tab. 1 – Lista aggiornata delle colonie di Rinolofo maggiore segnalate per la regione Veneto (da Vernier, 2004; modificato). Abbreviazioni: NM= numero massimo di individui osservati in un singolo sito; Ci= colonia invernale; Ce= colonia estiva; cR= colonia riproduttiva  

  Questi conteggi sono riassunti in tabella (tab. 2) e nel grafico in figura 5.1, in cui è stato aggiunto il conteggio dell’inverno 2003-2004, studiato in dettaglio nel presente lavoro. 

INVERNO

N° ESEMPLARI

1952/1953

60

1976/1977

16*

1989/1990

201

1990/1991

157

1992/1993

188

1993/1994

167

2000/2001

70*

2003/2004

146

  Tab. 2 – Numero degli esemplari della colonia invernale negli anni. (*dati riferiti a  visioni parziali della colonia)

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Fig. 5.1 – Andamento della colonia nel corso degli anni (i dati del 1976/77 e del 2000/01 sono riferiti a conteggi parziali della colonia).

 

  Tutti i dati considerati finora, tranne quello riferito al 2003/2004, si riferiscono a conteggi puntuali, ricavati con 1-2 visite di controllo nel corso della stagione e non definiscono chiaramente il periodo di occupazione del sito da parte degli animali. Nel presente lavoro si è cercato di chiarire i momenti di arrivo e partenza degli animali nella grotta e quindi di definire il periodo di permanenza complessivo.

I dati storici servono comunque per fare alcune considerazioni sui cambiamenti della colonia nel corso degli anni. Sono state analizzate 9 fotografie, che ricoprono un periodo complessivo di 15 anni e si può notare come il numero di esemplari vada da un massimo di 201 (1989-1990) ad un minimo di 146 (2003/2004). Complessivamente il numero di esemplari negli ultimi 15 anni supera le 150 unità, valore mantenuto anche nell’inverno 2003-2004. Quindi, anche se in 15 anni la colonia ha subito un calo non indifferente del 27%, è comunque ancora presente all’interno della grotta e ancora è fra le più numerose del Veneto.

Se si confrontano le fotografie dell’inverno 1993-1994 (fig. 5.2) e dell’inverno 2003-2004 (fig.5.3), si possono considerare le variazioni della colonia nell’intervallo di 10 anni. Innanzitutto si nota che il punto di attacco della colonia all’interno della grotta è lo stesso. In entrambe le stagioni gli animali si trovavano in una saletta di uno dei rami alti del “Labirinto”, sulla stessa parete e a distanza di qualche metro l’una dall’altra; nella foto del 1994 infatti la colonia è spostata 1-2 metri più in basso rispetto al 2004. Probabilmente gli animali hanno scelto di posizionarsi un po’ più in alto a causa del disturbo arrecato dal consistente passaggio di speleologi e visitatori al di sotto del sito di attacco.

Il numero di individui che compongono la colonia nei due anni differisce di una ventina di animali (167 nel 1994 e 146 nel 2004), ma si nota come l’area occupata dalla colonia nel 2004 (fig. 5.3) sia di gran lunga minore rispetto all’area occupata nel 1994 (fig.5.2). Nel 2004 gli animali erano concentrati in un unico punto, a stretto contatto tra loro, mentre nel 1994 gli individui erano più sparsi sulla parete rocciosa e mantenevano una certa distanza tra loro.

Questo tipo di disposizione (individui sparsi e distanti tra loro) si riscontra solo nella fotografia del 1994; infatti se si osservano le fotografie degli anni precedenti si nota come la colonia sia formata prevalentemente da un gruppo compatto ed omogeneo, al cui interno i pipistrelli sono molto vicini tra loro.

Anche in queste foto, dal tipo di roccia e dalla presenza di abbondante fango intorno alla colonia, si intuisce che il sito di attacco è lo stesso, anche se non ci sono riferimenti del punto preciso dove si trova la colonia. Sicuramente gli animali del secondo gruppo di febbraio 1991 e quelli del 04-03-1993 si trovano nello stesso punto, come si può notare dal contorno della roccia sulla destra delle fotografie.

 

pippi

Fig. 5.2- Fotografia della colonia scattata il 2 gennaio 1994. Nel corso della stagione invernale 1993-1994 gli individui che formavano la colonia erano 167. (foto S. Sedran)

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Fig. 5.3- Fotografia della colonia scattata il 24 dicembre 2003. Nel corso della stagione invernale 2003-2004 gli individui che formavano la colonia erano 146.

 

Controlli esterni

  Date: 11-09-2003
14-04-2004
09-06-2004
15-06-2004
21-06-2004
30-06-2004
14-07-2004
02-09-2004

La grotta Buso della Rana si apre con una grande volta su un piazzale circondato da piante decidue ed arbusti, tipico ambiente di caccia per i pipistrelli.

            Durante il periodo di autunno 2003 e primavera-estate 2004 sono state effettuate osservazioni sull’attività di volo di Pipistrelli (Rinolofi e non) all’esterno della grotta e nel primo tratto all’interno (nel grande androne di ingresso e lungo i primi 20 metri di sviluppo del Ramo Principale), per verificare i movimenti dei pipistrelli presenti nell’area e riconoscere eventuali altre specie presenti nel territorio e nell’area del comune di Monte di Malo (Vicenza).

            Inoltre dovevano essere determinate le fessure utilizzate dagli animali per entrare ed uscire dalla grotta. Infatti l’ingresso è costituito da un’ampia volta, profonda circa 20 metri sulla quale si aprono tre accessi principali: sulla destra si trova il Ramo Destro dell’ingresso, un ramo che prosegue per qualche centinaio di metri e poi si ricollega ad altri rami all’interno della grotta; in fondo alla volta e ad un’altezza di circa 10 metri si apre una struttura stretta e profonda che sembra chiudersi dopo alcuni metri (punto G, fig. 4.1); sulla sinistra si sviluppa il vero e proprio ingresso, da cui si accede al Ramo Principale e al resto della grotta.

            Le osservazioni furono condotte da mezz’ora prima del tramonto e per 90 minuti circa, con osservazione diretta nei mesi di settembre 2003, aprile e giugno 2004, e con l’utilizzo di un rilevatore di ultrasuoni (bat-detector) nei mesi di giugno, luglio e settembre 2004.

I bat-detector sono apparecchiature che rendono udibili i segnali di ecolocazione dei pipistrelli, permettendo al ricercatore di riconoscere la specie sul campo senza dover necessariamente catturare l’animale. Le emissioni ultrasoniche dei pipistrelli comprendono sia segnali sociali che impulsi di ecolocazione. Tutte le specie europee di pipistrelli emettono impulsi di ecolocazione, poichè essi producono rapidi burst  sonori, o impulsi, e ricevono gli echi degli ostacoli e delle prede. Come riferito ampiamente in bibliografia, ogni specie di pipistrelli utilizza delle specifiche strutture morfologiche tempo-frequenziali, così da poter essere caratterizzata da un unico modello di ecolocazione (Ferrero et al., 1995).

Durante il controllo dell’11 Settembre 2003 sono stati osservati animali in volo che sembravano appartenere a due specie diverse. I pipistrelli appartenenti alla prima specie erano di dimensioni maggiori ed uscivano con volo rettilineo dal Ramo Principale o dal Ramo Destro; quelli della seconda specie erano più piccoli e sembravano uscire da fessure sulla parete rocciosa sopra l’ingresso della grotta. Questi ultimi appena usciti volavano in cerchio in prossimità della parete e poi se ne andavano. Il tempo di uscita e di volo di caccia all’esterno della grotta è continuato per un’ora e dieci minuti.

Gli altri sopralluoghi all’esterno della grotta durante il tramonto sono stati effettuati a partire da Aprile 2004. Durante un controllo in questo mese sono stati contati circa 20 pipistrelli che uscivano ed entravano nella grotta e si è potuto notare che gli animali utilizzavano tutte e tre le aperture descritte in precedenza (Ramo Principale, Ramo Destro, fessura in fondo alla volta) e che prima di uscire volteggiavano in cerchio nell’ingresso ampio della grotta. Osservando gli animali in volo ancora una volta si sono distinte due specie diverse. La prima, che usciva dalla grotta con circa mezz’ora di anticipo rispetto all’altra, era di piccole dimensioni ed effettuava un volo abbastanza alto (5-10 metri) e caratterizzato da brusche virate, con traiettorie circolari sopra il prato davanti alla grotta. La seconda specie, di dimensioni maggiori, effettuava un volo alto (10-15 metri) abbastanza omogeneo, senza movimenti bruschi e con traiettorie circolari, talvolta tra gli alberi. Anche in questo controllo il tempo di uscita e di volo di caccia all’esterno della grotta è continuato per poco più di un’ora.

Le osservazioni con l’utilizzo del rilevatore di ultrasuoni (bat-detector) sono iniziate in data 21 giugno 2004. Utilizzando una frequenza di ascolto di circa 35 kHz si sono potuti distinguere chiaramente gli ultrasuoni della specie Hypsugo savii, o Pipistrello di Savi, un Vespertilionide di piccole dimensioni abbastanza comune in Italia.

In data 2 settembre 2004 sono stati trovati in grotta, nel corridoio del primo tratto, 3 esemplari appesi in fessura, 2 Rinolofidi e un Vespertilionide che emetteva un acuto stridìo al passaggio di un operatore. Essendo stata l’ora prossima al tramonto, dopo pochi minuti furono rilevati in volo dei Rinolofi maggiori; una buona frequenza d’ascolto era situata a 85 kHz, ma il vespertilionide non fu riconosciuto. Più tardi esemplari di Ferro di cavallo maggiore sono stati rilevati in volo di caccia a breve distanza dall’ingresso della grotta.

Gli esemplari in volo, rilevati con il bat-detector nel loro volo di caccia nell’area del piazzale antistante l’ingresso della grotta, volavano ad altezze di 5-10 metri dal suolo con una frequenza di 36-38 kHz (Hypsugo savii) cacciando a volo libero, con traiettorie circolari o ellittiche; il loro volo di caccia è durato circa 45-50 minuti. Qualche metro più in alto sono stati visti e rilevati due esemplari di Serotino comune, Eptesicus serotinus, specie ampiamente diffusa in Nord Italia e nel Veneto (Vernier, 1996a).

Tra gli esemplari registrati in uscita dalla grotta, pochi passaggi a circa 65 kHz possono essere riferiti a un esemplare di Miniottero (Miniopterus schreibersii), specie ritrovata e fotografata all’interno della grotta a circa 10 metri dall’ingresso in data 05/03/2004 (fig. 5.13).

Quindi gli esemplari che si rifugiano nella grotta Buso della Rana appartenenti a diverse specie cacciano tutti, almeno per una parte della notte, a brevissima distanza dalla grotta stessa, direttamente sulla e nella vegetazione arbustiva e arborea che circonda l’area del piazzale antistante l’ingresso della grotta, e questo rappresenta un indubbio vantaggio per gli animali che si possono nutrire appena usciti e con un dispendio minimo di energia.

 

pippi

 

Conclusioni

  In questo lavoro è stata effettuata un’osservazione continuata della colonia di ibernazione di Rhinolophus ferrumequinum all’interno della grotta Buso della Rana (comune di Monte di Malo, Vicenza). Le visite di controllo sono iniziate a settembre 2003 e sono continuate fino ad aprile 2004. La colonia si è stabilita nel suo sito di attacco tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre 2003, rimanendo in letargo fino alla fine di marzo 2004, per un totale di 4 mesi.

Nel primo periodo di ibernazione, ovvero da dicembre 2003 a inizio gennaio 2004, la temperatura della grotta era di 8-9°C (tab. 4): si registravano spostamenti degli animali all’interno della grotta e si trovavano pipistrelli isolati lontani dal gruppo che formava la colonia. Secondo Ransome ed Hutson (2000), durante questo periodo e a queste temperature gli animali si risvegliano ogni 1-2 giorni e sono sensibili a disturbi dall’esterno (luce, passaggio di persone, rumore). Infatti, durante i controlli di questo periodo si osservavano movimenti oscillatori degli individui della colonia ed alcuni di essi prendevano il volo quando venivano illuminati.

Ad inverno inoltrato (fine gennaio, febbraio, metà marzo 2004) la temperatura registrata all’interno della grotta era 6-7°C (tab.4) e gli animali stavano maggiormente a contatto tra loro; anche gli individui che prima erano isolati in questi mesi si sono uniti al gruppo principale della colonia. Per gli Autori inglesi (Ransome e Hutson, 2000; Ransome, 1971) i risvegli in questo periodo avvengono ogni 8-12 giorni e si abbassa la sensibilità alla luce e ai disturbi provocati dall’esterno. Infatti, durante i controlli di questo periodo gli animali apparivano in profondo stato di torpore e rimanevano praticamente immobili quando illuminati.

Alla fine del periodo invernale (fine marzo 2004) la temperatura all’interno della grotta è tornata ad essere di 8-9 °C (tab.4) e in data 31 marzo 2004 la colonia non era più presente nel sito di attacco. Secondo diversi autori (Ransome, 1968; 1971; 1980; Ransome e Hutson, 2000; Gaisler 2001) la fine del letargo può avvenire tra febbraio e maggio nel Regno Unito e nell’ultimo periodo i pipistrelli si svegliano sempre più frequentemente. Di fatto i componenti della colonia in esame in due settimane si sono tutti risvegliati definitivamente ed hanno abbandonato il loro rifugio invernale per spostarsi verso i rifugi di primavera-estate.

Durante il periodo di ibernazione la colonia era posizionata in un ramo fossile chiamato “Labirinto”, a circa 500 metri dall’ingresso. I Rinolofi erano appesi su una parete quasi verticale, in una posizione strategica difficilmente raggiungibile. La colonia era suddivisa in due gruppi principali, distanti tra loro qualche decina di centimetri probabilmente a causa di un tratto irregolare di roccia. Il numero totale di individui nel corso della stagione è stato in media 142, con un massimo di 146 registrato il 14 febbraio 2004 ed un minimo di 118 registrato il 24 dicembre 2003.

La colonia all’interno del Buso della Rana è una delle colonie di ibernazione più importanti e numerose (con oltre 100 individui) del nord-est italiano (Vernier, 1990a). Inoltre essa è la colonia nota da più tempo, osservata già nel 1952 (Ruffo, 1960).

La specie che la compone, il Ferro di cavallo maggiore, è considerata a rischio in tutta Europa ed è inserita tra le specie di interesse comunitario dalla Direttiva Habitat del 1992. Si tratta infatti di una specie molto vulnerabile, che risente pesantemente dell’inquinamento del suo ambiente di caccia. Inoltre essa è fortemente danneggiata dall’uso massiccio di pesticidi in agricoltura, che da una parte causano una forte diminuzione di insetti, sua unica fonte alimentaria, dall’altra contribuiscono ad un accumulo di sostanze tossiche nell’organismo, con effetti anche mortali. Molto spesso gli effetti nocivi causati dai pesticidi si riscontrano durante il periodo di ibernazione, nel corso del quale gli individui muoiono per la presenza di sostanze tossiche assimilate precedentemente (Stebbings, 1988). Anche l’alterazione e la distruzione dei siti di rifugio contribuiscono al declino di questa specie. Essa necessita di siti di rifugio sicuri e confortevoli per la riproduzione e per lo svernamento e sempre più spesso edifici e vecchi palazzi, che prima offrivano i requisiti necessari, vengono demoliti o ristrutturati, comportando la diminuzione del numero di rifugi prima frequentati.

Le grotte, che costituiscono il rifugio invernale preferito da questa specie, sono spesso frequentate da un gran numero di speleologi, escursionisti o curiosi, che inevitabilmente disturbano le colonie in ibernazione. E’ questo il caso del Buso della Rana, grande cavità carsica che per la sua fama e l’accesso relativamente agevole, è frequentata durante tutto l’anno da gruppi numerosi di speleologi ed escursionisti.

Se si considerano i dati sul numero di componenti della colonia negli anni passati (tab. 1 e fig. 5.1), si osserva un calo del 27% negli ultimi 15 anni e del 13% negli ultimi 10. Questa diminuzione è indubbiamente significativa, ma tende a stabilizzarsi e può essere interpretata anche come un’oscillazione naturale della colonia. Comunque la colonia supera abbondantemente i 100 esemplari e rimane ancora tra le più numerose del nord-est italiano.

Osservando le fotografie degli anni passati si nota come la colonia si posizioni sempre nello stesso sito all’interno della grotta, ovvero in una saletta del Labirinto (punto A; fig. 4.1) che comunica con il Ramo del Pantano, cercando di collocarsi in punti inaccessibili per i visitatori.

Nel corso della stagione 2003/2004 non sono stati trovati esemplari morti all’interno della grotta ed il numero di individui conteggiati non ha subito cali dall’inizio alla fine dell’inverno: ciò indica che durante il letargo non si sono verificati decessi tra i componenti della colonia a causa di un accumulo di sostanze tossiche e che quindi l’ambiente circostante non è particolarmente inquinato.

Si può quindi concludere che il Ferro di cavallo maggiore trova ancora in questa grotta i requisiti necessari per svernare e che l’ambiente circostante non è inquinato o alterato in modo determinante per questa specie. Il disturbo causato dal traffico di persone all’interno della grotta infastidisce senza dubbio gli animali, che però cercano di attenuare il disagio spostandosi un po’ più in alto in punti difficilmente accessibili da gruppi di persone. Ci sono buone speranze che questi pipistrelli continuino a scegliere questa grotta come sito di ibernazione e che la colonia sia presente ancora per molti anni al suo interno.

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