Studio idrogeologico: apparati carsici 2

3.2 Idrografia ipogea

L’idrografia ipogea del Faedo-Casaron può venire facilmente definita dalle caratteristiche geometriche dell’acquifero; quest’ultimo è identificato dalla unità idrogeologica permeabile delle calcareniti oligoceniche che sono rocce fessurate e carsificate.

La struttura dell’acquifero può essere considerata in prima approssimazione omogenea se consideriamo il volume rilevante del massiccio carbonatico.

Al bilancio idrico del massiccio carsico contribuiscono le sole acque meteoriche in quanto manca la possibilità di alimentazione per via sotterranea da bacini finitimi. Quindi l’infiltrazione che alimenta la falda carsica del Faedo-Casaron risulta massima e coincidente con l’apporto meteorico efficace nelle depressioni endoreiche e di minor entità lungo i versanti.

Queste acque discendono la zona di percolazione o vadosa raggiungendo la superficie piezometrica o la tavola d’acqua e da qui sono drenate dai vari esutori del sistema carsico. Osservando i profili delle gallerie del Buso della Rana appare chiara la tendenza evolutiva dei corsi d’acqua sotterranei che è quella di raggiungere velocemente il livello dell’acqua di fondo attraverso vie verticali per poi scorrere in senso  laterale in prossimità della superficie piezometrica (SAURO, 1979).

La sezione del Ramo Giacomelli

La sezione del Ramo Giacomelli

Fig. 8 – Rilievo del maggior vano verticale esplorato al Buso della Rana; nella grotta sono noti almeno 50 di questi camini che permettono alte velocità di deflusso delle acque carsiche (LANARO et al., 1981)

Il dislivello esistente fra le quote più elevate dell’altipiano (780 m.) e la bocca del Buso della Rana (340 m.) è di 440 metri e rispetto alla Grotta della Poscola (265 m.) di 515 metri; ma per entrambi gli apparati carsici, che funzionano da “troppo pieno” smaltendo portate considerevoli, esistono sorgenti situate a quote inferiori che dimostrano un ulteriore approfondimento dei reticoli ipogei.

Rilievo Grotta della Poscola 1985

Rilievo Grotta della Poscola 1985

Fig. 9 – Grotta della Poscola

A grandi linee la circolazione carsica del Faedo-Casaron ha caratterizzato tre distinti elementi morfologici che mostrano una reciproca stretta connessione: l’insieme di doline e delle varie cavità assorbenti in superficie, il sistema di fornelli o camini verticali (vedi fig. 10) che raccolgono le acque d’infiltrazione e la rete di condotte suborizzontali sviluppatasi lungo l’interfaccia impermeabile delle vulcaniti e, subordinatamente, delle marne priaboniane che organizza i drenaggi verso gli esutori esterni.

Posizione camini in Rana (1985, Enrico Gleria)

Posizione camini in Rana (1985, Enrico Gleria)

Fig. 10 – Posizionamento dei camini all’interno del Buso della Rana

 

I sistemi di camini, che talvolta raggiungono dimensioni imponenti (oltre 100 metri), si trovano nelle zone più interne del Buso della Rana e permettono deflussi sotterranei rapidissimi ai quali corrispondono onde di piena talvolta improvvise alla bocca del sistema carsico.

Sezione Ramo dei Salti

Sezione Ramo dei Salti

Fig. 11 – Tipico sistema ad andamento ascendente del Buso della Rana (COCCO et al., 1979).

I camini, spesso con forme a fuso, evolvono per erosione inversa (MAUCCI, 1975) anche a distanze ravvicinate presentando finestre che preludono ad una loro coalescenza oppure appaiono connessi da condotti meandriformi che in alcuni casi raggiungono sviluppi considerevoli con bei esempi di retroversione (MAUCCI, 1956).

La circolazione d’aria, soprattutto invernale, è molto intensa e ciò, considerato lo sviluppo verticale dei canali carsici, può favorire effetti di evaporazione e condensazione (BOEGLI, 1975; PASQUINI, 1975; GLERIA, 1978).

E’ interessante osservare che molto spesso le gallerie del Buso della Rana risultano incise sul substrato basaltico argillificato (ALLEGRANZI et al., 1960; ZAMPIERI, 1980) cioè il drenaggio sotterraneo avviene al contatto con il piano impermeabile che costituisce la superficie limite inferiore del serbatoio.

Questo fatto sembra indicare il grado di evoluzione raggiunto dal carsismo e quindi la grande permeabilità della struttura acquifera. Come è noto nei massicci carbonatici si ha un’evoluzione della permeabilità nel tempo, inizialmente, se normalmente fessurato, il calcare è ritenuto mediamente permeabile ma poi quando si instaura il fenomeno carsico alla porosità secondaria (e primaria nelle calcareniti) si sovrappongono importanti fenomeni chimici-dissolutivi che portano ad un progressivo e rapido allargamento delle fratture con la conseguente esaltazione del grado di permeabilità.

La fase di piena nei due sistemi del Buso della Rana e della Grotta della Poscola appare in genere contemporaneamente ma presenta una coda più lunga in quest’ultima grotta ad indicare una più consistente risalita della tavola d’acqua che sommerge gran parte delle gallerie.

In entrambi i casi il picco della curva di portata, che si esaurisce in 20-30 ore, si spiega considerando la veloce circolazione nel sistema di camini e delle condotte principali. Il periodo di lenta discesa successivo, che si stabilizza dopo qualche giorno, corrisponde al lento svuotamento dell’acqua dal reticolo di fessure beanti comprese fra i vani maggiori.

Infatti la velocità media delle correnti idriche nelle condotte sotterranee suborizzontali varia tra i 100 ed i 1000 metri all’ora mentre nella rete di fessure e nei condotti più ristretti questa velocità può diminuire di due o tre fattori (SAURO, 1979).

Schema idrogeologico dell'Altopiano del Faedo-Casaròn, Enrico Gleria 1982

Schema idrogeologico dell’Altopiano del Faedo-Casaròn, Enrico Gleria 1982

3.3 Relazioni fra carsismo e geologia strutturale

Gli elementi tettonici che abbiamo precedentemente descritto sono stati confrontati sia con gli andamenti dei reticoli carsici ipogei, cioè delle fratture sviluppatesi per attività speleogenetica, sia con l’analisi strutturale delle microfessure.

Un’indagine basata sui concetti dell’analisi strutturale a livello di leptoclasi, presenti nella roccia in numero elevato anche in piccolissime aree, conferisce alla massa rocciosa quel carattere di omogeneità che non è riscontrabile invece a livello di grandi faglie o pieghe.

Sono state eseguite pertanto, in tre stazioni opportunamente distribuite nella zona studiata, circa 280 misure della giacitura dei piani di fratturazione che hanno interessato la massa rocciosa. Si è proceduto proiettando queste misure sul reticolo Schmidt-Lambert e, successivamente, con il reticolo di Kalseek, al conteggio dei punti e al contornamento delle aree di densità riportate nelle figure seguenti.

Vengono descritte qui di seguito le posizioni delle tre stazioni e quanto emerge da ciascun diagramma.

 

3.3.1 Stazione del Buso della Rana

Questa stazione si trova a quota 435 metri, a poca distanza dall’imboccatura del Buso della Rana sul versante destro della valletta. Le 80 misure, eseguite sull’affioramento di Marne di Priabona, hanno consentito la costruzione del diagramma seguente in cui appare che le direzioni prevalenti di fratturazione avvengono su piani a direzione.

Dal diagramma compaiono anche due submassimi, uno verticale N-S e un secondo subverticale diretto NNW-SSE.

 

 

3.3.2 Stazione del Monte Soglio

Questa stazione si trova a quota 530 metri nella formazione delle Calcareniti di Castelgomberto, a poca distanza dal Buso del Soglio. Il diagramma riportato in figura comprende circa 100 misure dei piani di fratturazione della roccia. Anche in questo caso i massimi compaiono in corrispondenza di piani subverticali con direzione NNW-SSE e, in subordine, E-W  ed ENE-WSW ed inclinazioni variabili tra i 68° e gli 80° immergenti verso N e NNW.

 

 

3.3.3 Stazione del Roccolo Rossato

La stazione è situata a circa 660 metri di quota lungo la strada che sale da contrà Crestani a Faedo. A lato della strada è possibile seguire un esteso affioramento della formazione delle Calcareniti di Castelgomberto. Il diagramma, che rappresenta la sintesi di un centinaio di misure, mostra che le direzioni preferenziali di fratturazione avvengono secondo piani subverticali N-S e in subordine WNW-ESE.

 

 

 

Il diagramma stellare della figura seguente è stato costruito suddividendo in classi azimutali oltre 1200 tratte di poligonale del rilievo topografico del Buso della Rana. Si sono mantenute le stesse classi azimutali scelte nello studio statistico delle lineazioni dei Lessini orientali riportando il diagramma relativo (fig. 6) per confronto. Questi diagrammi che servono a rappresentare graficamente la frequenza di certi orientamenti, contengono 8 classi azimutali per ognuna delle quali è stato riportato un valore percentuale delle lunghezze misurate rispetto al totale del campo complessivo preso in esame.

I dati riportati nella tabella seguente si riferiscono alla stessa figura e comprendono 4 diversi settori del sistema ipogeo apparsi in recenti aggiornamenti (GLERIA e ZAMPIE RI, 1978) e i cui diagrammi parziali compaiono nelle figure successive.

n°            lungh.          lungh.   %
orientam.       tratte   compless.      media

1          W-E                233      1485.70           638      20.10
2          WNW-ESE     183      1246.90           681      16.87
3          NW-SE           127      715.20             563      9.68
4          NM-SSE         113      744.40             659      10.07
5          N-S                 103      498.05             484      6.74
6          NNE-SSW      119      656.35             552      8.88
7          NE-SW           121      805.00             665      10.89
8          ENE-WSW     211      1240.05           589      16.78

TOT                            1210    7391.65           611

Si osservi che spostandosi nei vari settori l’orientamento delle gallerie può variare sensibilmente mostrando la sua subordinazione con i disturbi locali.

 

L’analisi dei diagrammi stellari dell’orientamento dei reticoli in alcune grotte del Faedo-Casaron permette di evidenziare alcune direzioni preferenziali di orientamento. Riferendosi al diagramma della zona “C” del Buso della Rana, che comprende oltre 2 chilometri di lineazioni, appaiono due sistemi ortogonali di canali carsici diretti rispettivamente NNW-SSE ed ENE-WSW con massimi (17.8 %) in quest’ultima direzione (N 70°-80° E).

Anche i diagrammi riferiti alla Grotta della Poscola mostrano due sistemi che si intersecano a 90° secondo un reticolo diretto NW-SE e NE-SW, quindi leggermente ruotato rispetto al precedente.

Il diagramma stellare cumulativo riferito alle grotte Buso del Soglio e Buso de Lucio mostra ancora un massimo nella classe azimutale NNW-SSE ma con maggiori dispersioni nelle altre direzioni (NW-SE, N-S ed E-W).

Se consideriamo il motivo monoclinale evidenziato dalla figura 7 e lo associamo ad una compressione normale all’asse della piega (N 5°E – S 5°W) vediamo dunque come le principali direzioni di sviluppo dei reticoli e quindi del deflusso idrico sotterraneo si svolge su fessure beanti determinate da sforzi di tensione, in subordine appaiono le direttrici di taglio.

La non perfetta coincidenza fra orientamento dei reticoli e direzione degli sforzi si ritiene imputabile all’ampiezza delle classi azimutali dei diagrammi stellari; malgrado ciò essi forniscono uno schema che, per quanto approssimativo, si accosta bene al modello deformativo del Faedo-Casaron.

 

 

 

3.4 Tabulati del rilievo altimetrico

Per conoscere l’andamento della superficie di scorrimento delle acque sotterranee e per poter meglio definire la carta piezometrica del Faedo-Casaron si è proceduto con il rilievo altimetrico di 4 rami del Buso della Rana. Per il lavoro di rilevamento è stato usato un ecclimetro a filo da miniera con suddivisione in 20′ e per la successiva fase di elaborazione un calcolatore.

Riteniamo opportuno sintetizzare i dati nella seguente tabella:

lungh.               disl.                 %

Ramo Principale (1° tratto)                  629.57             21.27               3.38
(2° tratto)                                                 660.81             129.75             19.63
(compl.)                                                  1290.38           151.02             11.77
Ramo Trevisiol                                       648.61             111.61             17.21
Ramo Attivo di Destra                         549.92             52.01               9.46

Unendo i punti a ugual quota rispetto alla bocca del sistema è possibile evidenziare l’andamento della superficie di scorrimento delle acque sotterranee (fig. seguente). Appare evidente nella prima parte della grotta, una pendenza modesta che per i primi 600 metri è dell’ordine del 3 %. Procedendo nelle zone più interne la pendenza si fa più sensibile: verso ovest varia fra il 17 e il 20 %, verso NNW ha un valore più modesto, intorno al 9 %.

Se consideriamo che in questa seconda parte le condotte appaiono spesso incise sul substrato vulcanico si giunge alla conclusione che l’interfaccia impermeabile del Faedo-Casaron è più ribassata sul margine orientale oltre che per l’immersione anche per una serie di faglie molte delle quali appaiono intersecare l’asse delle gallerie sotterranee.

 

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