Fossile Sinistra

Ramo Fossile di Sinistra

loc-fossile-sx

fossile sx - sezione e pianta

Testo di Sandro Sedran 30/12/2008

L’accesso avviene dal Ramo delle Cascate; appena superato un masso incastrato a mezz’aria, si risale a sinistra la ripida china per poi traversare a destra ed immettersi finalmente nel ramo.
La progressione avviene in ambienti comodi abbelliti qua e là con numerose concrezioni, segno inequivocabile della scarsa frequentazione di questo ramo.
Superati i facili salti nella zona del “Meandro Asciutto”, dopo essere passati sopra blocchi di crollo, si deve girare a destra per immettersi nello stretto meandro, da percorrere prima a carponi e poi strisciando, che consente di aggirare una frana che ha occluso completamente la galleria. La parte finale di questo meandro è il tratto più stretto di tutto il ramo.
Poco più avanti arriviamo alla bella “Saletta Bianca” che prende il nome da un’insolita colata bianca che scende da un camino alto una decina di metri. Uno stretto meandro conduce alla prima serie di pozzi che comunicano con il sottostante Ramo Trevisiol.
Superate numerose concrezioni, insolite per una grotta come la Rana, si giunge al “Camino di Damocle”, alla nostra sinistra, risalito per 38m arrestandosi su una frana incombente sulle teste degli esploratori come una “spada di Damocle”. La finestra visibile a 3-4m dal fondo conduce alla diramazione per Sala Rossetti.
Si aggira il camino infilandosi sulla destra e ci si trova sopra lo sprofondamento del “Pozzo del Rosso”, la seconda via d’accesso al Ramo Trevisiol. Un traverso in strettoia, difficoltoso se fatto in salita, porta al primo dei tre salti perennemente armati; segue un traverso su pavimento sospeso con l’ultimo metro espostissimo (contrapposizione) per riuscire a salire ed allongiarsi all’attacco del secondo salto. Segue uno stretto e basso meandro, allargato artificialmente, che conduce all’attacco dell’ultima discesa, in ambiente molto stretto, che ci cala nel Trevisiol. Occhio allo stato di armi e corde.
Continuando oltre si arriva nella zona più labirintica del ramo; le vie verso il basso portano ai “Pozzi della Fettuccia”, mentre tenendo la destra di giunge alla finestra che consente di calarsi (corda a nodi) all’interno dello spettacolare pozzo “Thutankamen”. E’ senza ombra di dubbio il più bel pozzo del Buso della Rana: una liscia parete verticale che sale fino a perdersi nell’oscurità. Peccato che gli sforzi fatti per risalire in artificiale 81m non abbiano condotto alla scoperta di nuove diramazioni. Il fondo del pozzo comunica con gli stessi ambienti in cui si calano i “Pozzi della Fettuccia” il cui fondo risulta più basso del vicino Ramo Trevisiol. Nel 2017 è stato ufficialmente congiunto con il Cunicolo del Guano nel Trevisiol.
Ritornati sui nostri passi, si prende la galleria obliqua che discende fino ad un imbuto; si sale in libera un salto di 3m (aiutandosi con i compagni) per poi affrontare la più impegnativa risalita di 5m in contrapposizione. Qui il primo si sacrifica e poi può posizionare una corda su una massiccia stalagmite posta sulla sommità del salto. Un ultima strisciata in strettoia e finalmente si guadagna la “Sala Rossetti” dove una targa ci ricorda che i fratelli Guido ed Alberto Rossetto, speleologi indipendenti di Padova, giunti qui per primi nel 1980.

Note:
Se si vuole scendere nel Ramo Trevisiol, occorrono gli attrezzi di progressione verticale. Informarsi presso i gruppi vicentini sullo stato di corde ed armi, presenti in loco da molto tempo.
Utile corda da 15m per superare in tranquillità le risalite per Sala Rossetti.

 

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