Esplorazioni 2001-2018 del G.S.M. al Buso della Rana

di Matteo Scapin, tratto dalla rivista Papesatàn 2010-2018, 50° GSM

Il Buso della Rana (40 V Vi) si trova in comune di Monte di Malo (VI) e l’ingresso si apre ad una quota di 340 m.s.l.m. Dai 26’035 metri di sviluppo del 2009 [1] è passata con l’aggiornamento catastale del 2015 a 29’035 metri [2], e unendosi con il vicino Buso della Pisatela è diventata la grotta più estesa del Veneto e una delle più estese d’Italia.
Si tratta di un esutore carsico che drena parte dell’acqua raccolta nella porzione centro-settentrionale dell’Altopiano Faedo-Casaron nei gruppo dei Lessini vicentini [3].
Il Gruppo Speleologi Malo, fin dalla sua costituzione il 12 Aprile 1968, ha costantemente svolto attività di ricerca ed esplorazione nel complesso sistema del Buso della Rana vista la vicinanza geografica e la facilità di avvicinamento.
Negli anni 2001-2018 oggetto del presente articolo, l’attività esplorativa del GSM all’interno della grotta si può suddividere nei seguenti punti:
• risalite di camini;
• esplorazione e rilievo di vecchi rami dimenticati;
• scoperta di nuovi rami;
• scavo in zone franose e congiunzione Rana-Pisatela

Risalite di camini

La risalita dei tanti camini presenti nella grotta è iniziata in maniera intensiva negli anni ’70 ad opera soprattutto del G.G.S.-CAI Schio, del G.G.T. –CAI Vicenza e del G.S.M. [4] con l’obiettivo di scoprire il secondo ingresso alla grotta e così facilitare l’esplorazione nelle zone più remote.
Sicuramente, fattore determinante a tale tipologia di esplorazione verticale, è stato l’utilizzo di sistemi di chiodatura prima manuale mediante il perforatore per spit e successivamente mediante trapano a batteria che ha stravolto e velocizzato il metodo di risalita.
In questi ultimi anni il GSM ha intensificato molto questo tipo di esplorazione, in particolare nelle zone più estreme del Ramo Nero e soprattutto nel periodo precedente la congiunzione con il Buso della Pisatela nel 2012. È stata fatta una ricerca “quasi sistematica” alla scoperta di un by-pass dei sifoni finali dell’Ultima Spiaggia e un gran numero dei camini tra la zona del Pettine e Sala della Foglia sono stati risaliti. Quasi tutti questi camini hanno uno sviluppo verticale di circa 20-30 metri e chiudono in fessure impraticabili. A quasi nessuno è stato dato un nome e nemmeno steso il rilievo e quindi per gran parte di essi è andata persa la documentazione speleologica-topografica.
In altre zone della grotta invece, sono stati risaliti prima il Camino della Corda Rossa (camino delle Pleiadi n.d.r.) vicino a Sala Snoopy che prende il nome dal colore della corda che da anni penzolava in un alto camino tra il bivacco e l’inizio del Ramo dei Ghiri. La prima parte di circa 10-15 metri era già stata risalita probabilmente negli anni ‘80. Anche questo di circa 30 metri di altezza chiude in fessure impraticabili.
Il camino Tex si trova invece poco prima di Sala Ghellini; alto circa 42 metri, è intervallato a circa metà da una larga cengia.
L’esplorazione verticale in tutto il reticolo di gallerie del Buso della Rana ha ottenuto comunque anche degli entusiasmanti risultati esplorativi con risalite di un camino di notevole sviluppo come il Camino Nostradamus di quasi 80 m, l’ultimo grande camino lungo il Ramo dei G alla fine del Ramo Principale. La risalita iniziata all’inizio del 2004, ha impegnato il gruppo in diverse uscite raggiungendo un soffitto chiuso con fessure come sempre impraticabili sul finire del 2005. Purtroppo, come troppo spesso accade, di questo bel camino non si è fatto il rilievo e quindi al momento non ci è dato sapere lo sviluppo effettivo.

Nella pianta sopra riportata sono evidenziati gran parte dei camini risaliti dal gruppo di Malo negli anni.

Esplorazione e rilievo di vecchi rami dimenticati

Oltre all’attività di risalita, in questi anni il GSM ha rivisto e rilevato alcuni vecchi rami di cui si era perso il rilievo oppure che non erano mai stati topografati.
Il Ramo Alto (sviluppo 158 m) si trova dopo la Sala Alta appena terminato il Ramo delle Stalattiti lungo il Ramo Principale [5]. Zona esplorata nei primi anni ’70 durante le uscite del neonato GSM e poi dimenticata.
Nel 1996-1997 si era tornati per forzare una frana al temine della Sala Alta, scoprendo uno stretto ramo con andamento NW e un camino laterale. Solamente nel 2003 si è risalito il camino Independence Day di circa 25 m e si è steso il rilievo definitivo.
Il Ramo del Pantegano ( sviluppo 158 m) è stato esplorato negli anni ’80, ma il rilievo era andato perso con il tempo. Nel 2009 il GSM è ritornato per rifare il rilievo e verificare eventuali prosecuzioni. Il camino presentava ancora la vecchia cordelette lasciata dai primi esploratori e così ne è stata facilitata la risalita. Il ramo si presenta come un meandro stretto e profondo con un leggero scorrimento idrico alla base.
Lungo il Ramo Principale, nel 2013, si è tornati a vedere la Finestra dei Genovesi che si trova nel salone grande, inspiegabilmente senza nome, poco dopo Sala della Vigna. Risalendo il Ramo Principale la si trova sulla sinistra a circa 8 metri di altezza. Un rilievo fatto a mano era saltato fuori per caso nella sede del gruppo e si è tornati a visitarla trovando solo 17 metri di sviluppo.
Nella stessa grande sala, stavolta sulla destra risalendo, si è verificato l’esistenza di un Ramo, battezzato Rametto Dimenticato, con un discreto apporto idrico, che per qualche strano motivo non era mai stato rilevato. Il suo sviluppo si è dimostrato di 68 metri e termina su due fessure impraticabili che formano piccole cascatelle.
Dove si è più intensificato il rilievo di rami sicuramente già esplorati, ma mai rilevati, è stato lungo il Ramo Trevisiol. Ad un attento osservatore infatti, non sarà sfuggito il fatto che diversi apporti che si trovano sulla destra risalendo il sopracitato ramo, non risultano inseriti nella mappa del Buso della Rana.
Di questi, il Ramo Toyota, con i suoi 52 metri di sviluppo e scoperto durante una campagna di pulizia della grotta nel 2004 è quello di maggior sviluppo e di discrete dimensioni.

Infine lungo il Ramo Nero nella zona del Pettine sono stati rilevati alcuni rametti sicuramente già percorsi da speleologi, ma mai topografati.

Scoperta di nuovi rami

In questi ultimi 17 anni di attività esplorativa il GSM ha avuto anche la “gioia” di scoprire nuovi ambienti mai prima percorsi da speleologi.
Il Ramo Acqualong vicino a Capo Horn viene scoperto nel 2001 dopo un lavoro di abbassamento del livello di un sifone. Ramo praticamente tutto acquatico che dopo 81 m si ferma su un ulteriore sifone [6].
Nel 2001 durante una visita in Sala della Foglia (Ramo Nero) per vedere di trovare eventuali prosecuzioni viene scoperto dietro un sasso un rametto di circa 50 m che termina su un sifone con una grande quantità di Nyphargus. Il rametto viene così battezzato Ramo Nifargus [6].
Nel 2006 la scoperta più importante di questi anni al Buso della Rana da parte del GSM . Un giovane allievo dell’ultimo corso di introduzione infilatosi tra i massi della frana finale del Camino dell’Eco (Ramo Nord) scopre il Ramo Spalmer con un sviluppo di 850 m. Lungo le gallerie del nuovo ramo scendono alcune serie di pozzi e si scopre un ramo completamente ricoperto di aragonite [7].
Altro ramo molto interessante, scoperto nel 2013 e al momento ancora in esplorazione, è il Ramo PSG nel reticolo di gallerie vicino a Sala Grog nel Ramo Nord. Si presenta all’inizio come uno stretto meandro verticale che dopo circa 50 metri si restringe fino al limite del transitabile. Aldilà si aprono una serie di camini al momento in fase di risalita. Lo sviluppo attuale di questo ramo è di circa 95 metri, ma speriamo ci porti in zone nuove e mai esplorate.
Nel periodo 2015-2016 il gruppo ha intensificato le esplorazioni e gli scavi lungo il Ramo dei Basalti ovvero Ramo Principale di Sinistra. Guidati dalla costante presenza di una leggera corrente d’aria, si sono scavati prima il Ramo dei tre massi di 25 metri che termina in laminatoi bagnati impraticabili, poi il Ramo interrotto che si apre sulla destra entrando in Sala dei Basalti, ma che dopo 20 metri stringe e ci ha fatto abbandonare gli scavi. Dove invece abbiamo dedicato un po’ più di tempo è stata la disostruzione del Ramo della Cascatella, che si apre sopra la Cascatella finale del Ramo dei Basalti. Dopo una decina di metri di scavo, il meandro si è allargato per poi proseguire in ambiente stretto e allagato. I suoi 78 metri di sviluppo sono stati per il GSM una gran bella soddisfazione.
Tra le nuove scoperte và segnalata la Sala Riccioli d’Oro proprio a fianco della famosissima e visitatissima Sala Pasa. Scoperta grazie alla vista clinica di un socio che ne ha allargato la fessura di ingresso e trovando aldilà ambienti e camini fossili per uno sviluppo di 62 metri.
Un altro ramo, chiamato Ramo Bau di discrete dimensioni, è stato esplorato dal gruppo nell’aprile del 2011 a Sala dei Cani. Si apre proprio in cima alla conoide di detriti con un passaggio stretto per poi aprirsi a dimensioni molto interessanti. La sala finale presenta un camino di circa 20-25 metri di altezza e la partenza alla base di un meandro di dimensioni ridotte.

Scavo in zone franose

Anche se fisicamente distanti la Zona Peep e l’Ultima Spiaggia sono legate dallo stesso fiume sotterraneo che percorre tutto il Ramo Nero per finire in un sifone a qualche decina di metri dai rami fossili della Zona Peep.
Anche la corrente d’aria sembra essere la stessa, che percorrendo tutto il Ramo Nero e trovando il sifone finale occluso è costretta a percorrere le gallerie della Zona Peep e infilarsi attraverso le fessure e frane presenti.
La zona Peep è stata scoperta negli anni ’70 dal GGT- CAI Vicenza [8] e si compone praticamente di tre rami paralleli che terminano contro una ciclopica frana. Il GSM ha iniziato a scavare fin dagli anni ’80 su tutti e tre i fronti, ma in particolare nell’ultimo più a Nord dove sembra di sentire il rotolare dei sassi dall’altra parte.
In tutti i rami la corrente d’aria è veramente potente e pare impossibile che si infranga contro dei sassi amalgamati con il fango.
Il ramo più a Sud sembra dare più speranze al GSM, infatti si è tentato prima di scavare direttamente la frana, poi di passarci sotto percorrendo per circa 10 metri un meandro stretto e bagnato; dal 2011 si sta cercando di by-passare la frana percorrendo uno stretto camino che sale per circa 7-8 metri pochi metri prima del fronte.
Nell’estremo Ovest del Buso della Rana, all’inizio del Ramo Nero, la zona dei sifoni è stata chiamata Ultima Spiaggia [9]. Superati i sifoni da speleosub del GGG – Valstagna nel 1993 [9], solo nel 1995 è stato trovato il by-pass asciutto che ne permette la progressione senza attrezzature per la respirazione [10]. Dal 1995 più visite sono state fatte da parte del GSM in collaborazione con altri gruppi della provincia e non, ma l’esplorazione sembrava arrestarsi davanti a una frana ciclopica percorsa alla base da un torrentello di acqua. Luogo lontano da raggiungere, ma soprattutto difficile da lavorare per aprirci un varco.
Sul finire degli anni ’90 sono da rilevare alcune uscite per cercare di forzare la frana all’Ultima Spiaggia, ma con nessun risultato. Si è poi dovuto attendere il 2001, anno in cui il GGS Schio [11] ha scoperto la prosecuzione del Buso della Pisatela, per ritrovare nel GSM la voglia di ritornare nei rami più remoti del Ramo Nero e la ricerca della congiunzione tanto desiderata con le risalite dei camini del Nero e lo scavo dalla parte della Pisatela in F-Rana.
Di quello che è stato lo scavo, la congiunzione e tanto altro ne abbiamo parlato però abbondantemente nelle pagine precedenti (del bollettino Papesatàn, ndw) e quindi non è il caso di dilungarsi ulteriormente.

Ipotesi di prosecuzione delle gallerie oltre Sala della Foglia

A partire dal 2016 e anche nel 2017 gli sforzi del gruppo si sono spostati nella frana di Sala della Foglia. Il fronte di frana finale e il camino erano già stati oggetto di attenzione nel 2001, ma con nessun risultato di rilievo. Nel 2016 si è tentato di forzare la frana percorrendo il meandro attivo alla base, ma sassi pericolanti e dimensioni ridotte degli ambienti ci hanno fatto desistere.
Nel 2017 invece si è risalito nuovamente il camino finale di 12 metri effettuando delle prove ARVA con alcune cavità presenti sull’Altopiano (Teresa Orlowsky 7706VVi, Cicciolina 3014VVi e Rosa Coletti 4840VVi) e ottenendo valori oscillanti tra i 27 e i 45 metri. Vedremo se nei prossimi anni riusciremo a trovare quell’ipotetico ramo che da Sala della Foglia si dovrebbe sviluppare in direzione Ovest in un’area al momento sconosciuta del Complesso Rana-Pisatela.

Diamo anche i numeri

Dopo quanto sopra descritto passiamo ora a mettere giù qualche numero, che sebbene ufficioso perché da validare dal Catasto Regionale, può in ogni caso dare un senso all’attività esplorativa all’interno del Buso della Rana.
Ai 29’035 metri di rilievo dell’aggiornamento 2015 della grotta, dobbiamo sommare i rami che sono stati rilevati successivamente dal GSM:

Rilievo Sviluppo
Ramo Toyota (Ramo Trevisiol) 52 m
Camino X (Ramo Trevisiol) 28 m
Camino GGS94 (Ramo Trevisiol) 34 m
Ramo della cascatella (Ramo Principale di sinistra) 78 m
Ramo Bau (Ramo Nero) 81 m
Ramo Y (Ramo Nero) 15 m
Ramo Machu Picchu (Ramo Nero) 31 m
Rametto al pettine-parte mancante (Ramo Nero) 35 m

Se a questi si aggiungono le esplorazioni effettuate dagli altri gruppi, in particolare il GGT-CAI Vicenza, con i rami non ancora consegnati a catasto come GGS 84 e il camino del Giovedì lungo il Trevisiol, oppure il by.pass di Diego lungo il Ramo del Guano e relativo collegamento mancante [12][13] e anche il Ramo dei Dementi esplorato dai ragazzi del USV di Verona anche questo lungo il Ramo Trevisol:

Rilievo Sviluppo
Ramo GGS 84 (Ramo Trevisiol) 45 m
Camino del Giovedì (Ramo Trevisiol) 34 m
By-pass del Diego e parte mancante (Ramo Trevisiol) 15+13 m
Ramo dei Dementi (Ramo Trevisiol) 51 m

Aggiornamento del rilievo al 2018 con evidenziati in rosso i nuovi rami aggiunti

Conclusioni

In questo articolo si è cercato di riassumere le ultime attività esplorative del GSM al Buso della Rana nel periodo compreso dal 2001 al 2018 e le aree di maggior interesse da parte del gruppo all’interno della grotta.
Da parte del GSM, meno attenzione è stata dedicata alla zona del Ramo dei Sabbioni/Capo Horn e Ramo dei Sassi Mori (“un tempo chiamate “zone del Proteo” per indicare l’area di esplorazione negli anni ’70 del Club Speleologico Proteo di Vicenza), sia per la poca conoscenza di quei rami, ma soprattutto per l’attrazione che ha avuto la ricerca del collegamento dall’altra parte, ad Ovest, con il Buso della Pisatela. Per questo storico risultato sicuramente enormi energie sono state tolte all’esplorazione degli altri rami.
Si è colto l’occasione, scrivendo queste brevi righe, di aggiornare anche il rilievo del Buso della Rana al 2018 prendendo anche le informazioni e i rilievi pubblicati da altri gruppi speleologici [12][13], in attesa di quello aggiornato da parte del Catasto Regionale.
Questo periodo storico (2001/2018) oltre ad essere interessante per la congiunzione Rana-Pisatela, è di notevole importanza per la storia della speleologia, perché ha visto la prepotente entrata in scena dei led nell’illuminazione in grotta e la conseguente eliminazione del vecchio carburo.
Sicuramente l’avvento delle luci a led ha permesso una maggiore illuminazione all’interno della grotta permettendo di vedere luoghi e anfratti prima dimenticati e oscuri e inoltre ha permesso di incrementare le uscite in grotta (non solo nel week-end ma anche durante la settimana) e ridurre i tempi per raggiungere certe zone remote della grotta.
I risultati speleologici raggiunti in questi ultimi anni, anche nel Buso della Rana, probabilmente non sarebbero stati possibili con il solo carburo.
Come si è letto, l’attività del GSM è stata a largo raggio in quasi tutti i rami della grotta e il rilievo aggiornato al 2018 del Buso della Rana, che possiamo vedere nelle pagine successive ne è la dimostrazione visiva.
Nel solo triennio 2015-2018, la grotta ha avuto un aumento di circa 500 metri, che a ben guardare non sono pochi, abituati come siamo a considerare già tutto visto, esplorato e cartografato.
Questo mezzo chilometro, però, si concentra in gran parte nelle zone Sud della grotta (Principale, Trevisiol, Basalti) più facilmente raggiungibili. Sicuramente molto ancora manca da vedere e rilevare nel Buso della Rana se solo le esplorazioni si dovessero spostare nei rami più interni e remoti.
Avere a pochi chilometri da casa una grotta, che ancora ci concede la meraviglia e la gioia della scoperta è una vera fortuna e per i prossimi anni dovremo aspettarci ancora nuovi vuoti e nuove scoperte in una delle grotte più importanti e più estesa d’Italia.

Bibliografia

[1] Paolo Mietto, 2009. Catasto delle Grotte del Vento XII Aggiornamento. Speleologia Veneta n° 17.
[2] AA.VV, 2017, www.catastogrotteveneto.it.
[3] Paolo Mietto e Ugo Sauro, 2000. Grotte del Veneto.
[4] Tullio Bernabei, 1991. La storia del grande labirinto- Buso della Rana. ALP n°79.
[5] Federico Lanaro, 1976. Il Buso della Rana. Monti e Natura – Numero Unico nel quinquennale della fondazione della sezione CAI Malo
[6] Paolo Comparin, 2002. Aggiornamenti sul Buso della Rana. Papesatan n°3 Bollettino del GSM – attività 1997-2002.
[7] Matteo Scapin, 2010. Ramo Spalmer- Buso della Rana. Papesatan n°4 Bollettino del GSM – attività 2002-2009.
[8] Dario Zampieri, 1975. Esplorazioni al Buso della Rana dal ’69 al ’75. Stalattite X.
[9] Federico Lanaro, 1994. Ultima spiaggia. Speleologia Veneta n°2.
[10] Piergiuseppe Panizzon, 1995. Ultime novità dal Ramo Nero. Speleologia Veneta n° 3.
[11] Leonardo Busellato, 2003. Nuove straordinarie scoperte speleologiche nel territorio di Monte di Malo. Acqua e terra della Valleogra-
Sentieri culturali n°3.
[12] AA.VV, 2011. www.gruppogrottetrevisiol.org.
[13] AA.VV, 2011. www.busodellarana.it

 

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