Articolo di Sandro Sedran, Gruppo Speleologi Malo
Nell’ambito del Programma di Iniziativa Comunitaria “LEADER+”, finalizzato a promuovere lo sviluppo integrato e sostenibile delle aree rurali, sono stati sviluppati dei Piani di Sviluppo Locale da parte dei GAL (Gruppi di Azione Locale), fra cui quello della “Montagna Vicentina”, che prevedono tutta una serie di azioni atte a migliorare la qualità della vita e promuovere a livello turistico, valorizzando e proteggendo i beni naturali ed ambientali, delle zone montuose del nostro territorio.
Una di queste azioni, la numero 5 “Interventi per la valorizzazione e fruizione turistica compatibile delle aree naturalistiche della montagna vicentina”, prevede l’incarico attuativo in esclusiva a Veneto Agricoltura, l’azienda della Regione Veneto per i settori Agricolo, Forestale ed Agroalimentare.
Il Buso della Rana, essendo stato inserito tra i SIC (Sito di Importanza Comunitaria), rientra nell’opportunità di finanziamento per l’attuazione di lavori a basso impatto ambientale. In accordo con Veneto Agricoltura, il Comune di Monte di Malo ha quindi deciso (giugno 2003) e deliberato (28/10/2003) di dare avvio alla realizzazione del progetto per l’installazione di un impianto di illuminazione elettrica permanente del tratto dall’ingresso fino al Sifone con la motivazione “di rendere fruibile una piccola ma significativa parte di grotta. anche alle scuole o comunque anche a chi apprezza e vorrebbe visitare il mondo sotterraneo, ma non è uno specialista“. Complementarmente all’impianto elettrico verranno realizzati anche dei cartelloni informativi da posizionare all’esterno dell’ingresso, inserimento del Buso della Rana nel cd-rom e nel sito web relativo ai SIC vicentini.
Sembra che tale decisione sia stata presa dal Comune non tanto per reali esigenze operative quanto invece per non sprecare la possibilità di un finanziamento che potrebbe avvicinarli alla realizzazione del grande progetto di valorizzazione turistica di tutta la zona esterna alla cavità (vedi articolo).
Naturalmente nessuno del mondo speleologico era al corrente di questa iniziativa fino a quando l’incaricata di Veneto Agricoltura ha avuto il buon senso di contattare il Gruppo Speleologi di Malo per richiedere una consulenza su quale potesse essere il modo migliore per la realizzazione dell’impianto.
Nell’incontro che ha fatto seguito sono state espresse tutte le nostre perplessità in merito. Le scolaresche, o chi altro, non potrebbero mai andare da sole in grotta e quindi ci sarebbe in ogni caso la necessità di appoggiarsi ad un gruppo speleologico per l’accompagnamento (e per la copertura assicurativa!). Sarebbero indispensabili in ogni caso caschetti protettivi ed impianti d’illuminazione supplementari nel caso di mancanza improvvisa della corrente. Tutto l’impianto sarebbe oggetto di atti vandalici o tentativi di manomissione o asportazione.
Saputo che la fase di realizzazione del progetto non poteva essere fermata, non abbiamo potuto far altro che dare tutti i nostri migliori consigli affinchè questo impianto sia il meno dannoso possibile per la grotta (luci a scarica di gas con accensione solo durante le visite limitare al tratto in questione) e che sia in grado di resistere a lungo agli attacchi dei vandali e delle piene che periodicamente invadono la galleria (posizionamento alto e meno in vista possibile). Siamo riusciti a far prevedere un punto luce anche al di là del Sifone che, oltre al bell’effetto visivo di vedere illuminato anche dall’altra parte, risulterebbe di enorme utilità e conforto nel caso qualcuno restasse bloccato dall’altra parte in caso di piena.
Abbiamo richiesto di mettere in budget una centralina permanente di misurazione di temperatura, umidità ed anidride carbonica in modo da monitorare l’eventuale variazioni delle condizioni ambientali durante le visite con accensione dell’impianto. Siamo quasi certi che quel tratto di grotta non risentirà minimamente di questi lavori in quanto è ad “alta energia”: le piene e le violente correnti d’aria spazzeranno tutto.
Nel frattempo abbiamo informato i dirigenti della Federazione Speleologica Veneta per metterli al corrente degli eventi.
In un nuovo incontro tra il G.S.M. e Veneto Agricoltura è stata presentata la bozza finale del progetto che, per motivi di costi, non prevedeva la centralina di monitoraggio ambientale. Ci è stato mostrato un faro a scarica di gas che dovrà essere installato nella grotta: una cosa mostruosa! Dimensioni enormi e temperature di 90 C° nelle sue vicinanze: un impatto visivo pessimo per le ridotte dimensioni della galleria nel tratto iniziale della grotta, come constatato anche dal rappresentante di Veneto Agricoltura.
Ora non resta che il progetto passi al vaglio della Commissione Speleologica della Regione Veneto che dovrà decidere la sua approvazione o meno.