Testo e foto di Michela Zambelli (Gruppo Grotte Trevisiol CAI Vicenza)
Riassunto
L’articolo racconta la scoperta, all’interno del Buso della Rana, di due nuovi rami chiamati “Frankigna”, che si sviluppa a partire dal Ramo Principale e si collega, nella parte più alta, con il Camino Silvestro, e “Emmequadro”, che si sviluppa a partire dal Camino Silvestro.
Le esplorazioni e i rilievi, effettuati dal 07 Dicembre 2008 ad opera del Gruppo Grotte Trevisiol di Vicenza, con la preziosa collaborazione dei gruppi speleologici CAI Malo e CAI Valdagno riguardano, fino ad oggi, un nuovo tratto di grotta di circa 1 Km.
Premessa
Franco è uno speleo curioso.
Ispeziona, studia, presta attenzione ai dettagli, si pone domande; anche al Buso della Rana, in posti dove tanti e tanti speleo sono passati in tutti questi anni, lui osserva bene.
Proprio da una sua intuizione, alla fine del 2008 è stato individuato ed esplorato un nuovo tratto di grotta di circa 1 km, con accesso dal Ramo Principale, a un’ora di strada dall’ingresso principale.
Come il suo scopritore, il ramo è stato chiamato, appunto, Frankigna.
Descrizione
Poco dopo il Salone della Lavina, sulla destra, di fronte alla risalita verso il camino Silvestro, è stata notata infatti una piccola fessura interessata da una notevole circolazione di aria, che allargata in due diverse uscite, ci ha permesso di entrare in questo favoloso mondo inesplorato.
Oltrepassata la stretta apertura in parete, aiutati da una staffa in ferro posizionata in modo da agevolare il passaggio, si raggiunge la base di un camino interessato dalla presenza di particolari concrezioni a “manina”.
Dopo circa 13 m di risalita, la verticale si divide in tre parti, chiamate Ramo Destro, Sinistro e Ramo Alto; i primi due intersecano il camino e si sviluppano parallelamente, ma sovrastanti al Ramo Principale, in un saliscendi più o meno orizzontale, mentre il Ramo Alto nasce dal prolungamento del camino iniziale che continua in verticale.
Le prime esplorazioni hanno interessato il Ramo Destro, perché più evidente e di facile accesso e con molta circolazione d’aria. L’aspetto del ramo è quello di una condotta forzata, sfondata in molti punti e collegata al Principale sottostante.
Come il Ramo Destro, anche il Sinistro risulta particolarmente concrezionato, specialmente nelle parti terminali, dove le stalattiti e le stalagmiti si fanno molto fitte e si nota anche la presenza di colonne ed eccentriche. Abbiamo notato anche delle cristallizzazioni bianche in alcune salette, che potrebbero essere di gesso; entrambi i rami si sviluppano per un totale di circa 700/800 m.
Frankigna, ramo sinistro (foto di Giulio Carollo)
Mentre il Ramo Sinistro chiude dopo circa 160 m, in fondo al Ramo Destro dopo aver superato e “pulito” una frana, si trova un camino di circa 30 m non ancora completamente esplorato e rilevato.
L’esplorazione del Ramo Alto è stata invece conseguente alla disostruzione della strettoia con cui terminava il camino iniziale. Può essere considerato come somma di una serie di camini, salette e pozzi che si diramano in una zona ristretta e senza prosecuzione apparente, con un dislivello di circa 20 m.
Questa zona risulta molto fangosa, con pareti lisce e scarsamente concrezionate. Solo per la sua esplorazione, data la complessità delle risalite e dei rilievi, sono state dedicate almeno otto uscite.
In “gite” successive, rivisitando i vari punti rimasti in sospeso, sono state iniziate nel Ramo Destro, tanto per cambiare, altre risalite più o meno impegnative, di camini conseguenti uno all’altro per circa 40 – 45 m di dislivello, terminanti in una strettoia.
Oltrepassando quest’ultima sono stati intercettati i rami superiori che conducono al Camino Silvestro, esplorati negli anni ottanta. Attualmente resta in sospeso, quindi, solo la risalita del camino in fondo al ramo Destro.
Proprio scendendo durante una traversata Frankigna-Silvestro, è stato individuato l’ingresso di un nuovo ramo, interessato da una forte corrente d’aria. Il nuovo ramo è stato chiamato Emmequadro.
Il ramo si sviluppa attualmente per circa 180 m in direzione Sud-Est, cioè in “zona bianca”, rispetto al rilievo generale del Buso della Rana e con un dislivello totale di circa 30 m (tra risalite e pozzi).
Vi sono concrezioni molto belle e particolari.
Dopo un’angusta strettoia (Strettoia CDA) si raggiunge Saletta Broccoli, così chiamata perché notevolmente concrezionata da formazioni a cavolfiore. Superate Saletta Broccoli e una risalita si raggiunge un’altra saletta dove si trovano un pozzo profondo circa 30 m (dove sul fondo c’è una stupenda vela a forma di farfalla) e 2 camini. La risalita di uno di questi ultimi, ha portato alla scoperta di una sala piuttosto grande, Sala Brivido, separata a metà da un ciclopico masso.
Attualmente c’è ancora una risalita da completare all’interno della sala.
Nonostante Il Buso della Rana sia esplorato e visitato da generazioni di speleologi, riserva ancora notevoli sorprese anche in parti relativamente vicine all’ingresso.