Articolo di Sandro Sedran, foto S-Team
Nel 2008 veniva scoperto sopra il Ramo Principale (in colore verde) il Ramo Frankigna (in colore marrone). Questa notizia sconvolse non poco le convinzioni degli speleologi vicentini: un nuovo ramo sopra il Ramo Principale, quello che si riteneva fosse stato rivoltato come un calzino e non avesse più nulla da scoprire. Fu la dimostrazione che occhi attenti e curiosi, aiutati dai potenti impianti d’illuminazione che abbiamo adesso, possono scovare rami nuovi anche dove si dava per scontato di aver già scoperto tutto.
La sua esplorazione portò negli anni successivi anche alla giunzione con il vicino Camino Silvestro (in colore blu) e proprio durante questa fase venne individuato l’arrivo del nuovo Ramo MQuadro, sfuggito agli esploratori del Silvestro perchè celato dietro una rientranza della roccia.
L’importanza esplorativa di questo ramo sta nel fatto che esso si dirige verso Sud, superando quella sorta di barriera costituita dal Ramo Principale e dirigendosi in quello che potrebbe essere l’ipotetico reticolo di gallerie che alimentano la Grotta della Poscola, la cui risorgenza è situata proprio a Sud del Buso della Rana, precisamente a Priabona.
L’accesso avviene risalendo il Camino Silvestro per una cinquantina di metri, passando a fianco di uno spettacolare pozzo cieco ed emozionandosi nell’osservare un dente di squalo incastrato nella ricca roccia fossilifera di questo tratto di grotta.
Al termine delle salite, un traverso sospeso a 4m dal suolo immette nel Ramo Mquadro che, diciamocelo chiaramente, non è adatto a speleologi di taglia forte. La partenza di un pozzo intermedio è un foro sul pavimento largo quel giusto per far passare il corpo; è solo un metro, ma farlo poi in salita e manovrare gli attrezzi non è così semplice neanche per i magri. Purtroppo è la porta d’accesso ad uno dei luoghi più riccamente concrezionati di tutto il Buso della Rana: Saletta Broccoli, il motivo per cui vale la pena visitare questo ramo.
Le esplorazioni nelle zone terminali sono ancora in corso da parte degli speleologi vicentini dei gruppi “Trevisiol” e Schio.
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