La scala nella Sala Nera

La scala nella Sala Nera (“Bidèt”) nello sbocco del Ramo Attivo di Destra nel Ramo Principale

di “Pierga” Marchioro e Sandro Sedran G.S. Malo

Il giorno 01 Marzo 2002 gli speleologi di Malo hanno provveduto alla messa in opera di una scaletta che consente di superare agevolmente la cascata di 5 mt nella Sala Nera, meglio conosciuta come “Bidèt”, situata in prossimità nello sbocco del Ramo Attivo di Destra nel Ramo Principale (cascata).

La Sala Nera prima dell'installazione della scala fissa (foto archivio GSM)

La Sala Nera prima dell’installazione della scala fissa (foto archivio GSM)

Questo lavoro consente di bypassare agevolmente il Ramo Morto per accedere in minor tempo (e soprattutto con minore fatica!) verso le zone più interne della Rana.

La situazione precedente consisteva all’inizio in una corda piena di nodi con cui ci si calava di forza nel laghetto sottostante finendo inesorabilmente con il bagnarsi il “didietro” (ecco l’origine del toponimo “bidèt”!) non prima di aver fatto la doccia sotto l’acqua della cascata! Non paghi delle sofferenze, ci attendeva il passaggio nello stretto e basso cunicolo che unisce la Sala Nera con la saletta della Cascata del Ramo Principale: immersione fino al petto!!
Pur essendo vantaggiosa in termini di tempo e fatica, in queste condizioni si capisce come mai questa via era praticata solo raramente ed al rientro da lunghe esplorazioni nei rami più interni: si faceva qualsiasi cosa pur di uscire al più presto dalla grotta!

La nuova scaletta nella Sala Nera, accesso al Ramo Attivo di Destra (foto Sandro Sedran, archivio GSM)

La nuova scaletta nella Sala Nera, accesso al Ramo Attivo di Destra (foto Sandro Sedran, archivio GSM)

Nel corso del 2001, sempre per opera del GS Malo, si provvide ad aumentare l’altezza del cunicolo di collegamento tra la Cascata ed il Bidèt con opere di demolizione ed allargamento della volta. I detriti, cadendo, andarono a riempire il fondo alzando il pavimento e consentire il passaggio senza neanche far entrare l’acqua negli stivali. Contemporaneamente venne armato il salto con una scaletta speleo, corda e moschettone per fare sicura oppure da utilizzare autonomamente in discesa con il mezzo nodo barcaiolo (solo chi fosse dotato di imbrago). La scaletta non durò molto: a causa dell’eccessiva usura dovuta dalla costante esposizione all’acqua della cascata si preferì toglierla per evitare incidenti.

L’idea iniziale era quella della realizzazione di un ponte tibetano con delle corde d’acciaio, ma un giorno arrivarono in sede delle scale componibili in alluminio della lunghezza di due metri e cinquanta da utilizzare a nostro piacimento. Non ci pensammo due volte: la domenica successiva una squadra partì per la Sala Nera a realizzare l’opera. Una volta sul luogo, unimmo i due spezzoni di scala, ma una volta posizionati ci accorgemmo che con il peso della persona si piegava nella parte centrale a causa dell’eccessiva lunghezza. Occorreva fissare un piantone; dopo una pausa per uscire a recuperare il materiale mancante, il lavoro venne concluso fissando alla roccia anche la parte centrale della scala.
Ha concluso l’opera la stesura di un corrimano per l’entrata/uscita in sicurezza tra meandro attivo e scala.

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