Buso della Pisatela – Ramo del Castello

di Sandro Sedran – S-Team

Ci servivano riprese video di concrezioni per il documentario “Rana-Pisatela 40 km”; quale miglior posto del Ramo del Castello, mostratoci qualche tempo fa dal “Boa” del GGS?
E’ uno dei rami più recentemente scoperti ed esplorati in Pisatela dal gruppo di Schio. La sua bellezza è data dall’abbondanza di concrezioni che, in alcuni punti, ti dà l’impressione di trovarti in una grotta del carso.
Siamo una squadra di quattro persone e quindi abbastanza veloce, però non abbiamo la più pallida idea del tempo perchè la Sara ha perso l’unico orologio del gruppo. Decidiamo di passare per lo Stargate, bagnandoci fino a metà coscia, piuttosto che perdere tempo nel fare il by-pass alto.
Percorriamo tutto il Ramo Giacobbi fino al bivio con il Ramo del Cigno dove ci fermiamo a riprendere quello che potrebbe essere uno dei tratti più belli e suggestivi della Pisatela: condotta dalle pareti lavorate a scallops, un paio di abbondanti gruppi di stalattiti isolate sul tetto di roccia nuda ed il ruscelletto che si getta in un limpido laghetto. Spettacolo!
Proseguiamo risalendo la cascata e lo splendido meandro che ne segue e deviamo per il Ramo Sinistro della Cascata. A quello che era il suo termine, ci infiliamo un un basso cunicolo scavato che by-passa un’ostruzione del ramo e raggiungiamo la Sala Matrioska con la caratteristica stalattite multistrato crollata.
Altra strettoia scavata ed entriamo nela Ramo del Castello dove sono numerosi i particolari di rara bellezza ad attenderci: i gruppi concrezionali del “lampadario” e del “cancello”, la stalagmite crollata e ricresciuta, un affioramento di stronzio (il minerale) e dell’argilla compatta che si sfalda a fette come un libro.
Tutta la roccia intorno a noi sembra abbastanza instabile e lo testimonia il fatto che ci sono numerose concrezioni crollate per cause naturali. Anche per alcune delle concrezioni ancora al loro posto si vede chiaramente che stanno cedendo; alcune per l’asportazione del sedimento sopra cui sono cresciute, altre per movimenti tettonici.
Felici del bottino d’immagini raccolte, torniamo sui nostri passi. All’uscita troviamo per terra l’orologio di Sara e constatiamo che siamo rimasti dentro 8 ore e mezza.

Questa grotta è veramente bella; sicuramente le dedicheremo attenzioni fotografiche in futuro.
La Pisatela l’abbiamo trovata già armata, apparentemente in modo stabile, ma non si sa di chi sono le corde perchè nessuno ha fatto comunicazioni in merito. Non sapendo per quanto resteranno lì quelle corde, si consiglia di portarsi dietro il necessario per l’armo (vedi scheda) o informarsi bene presso i gruppi di Malo o Schio.

Conclusione come da prassi al bar Rana: Sara, Massi, San e Simo, 

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