di Sandro Sedran
La tecnologia consumer ultimamente sta spingendo parecchio verso la realtà virtuale (VR) per far immergere totalmente lo spettatore nella visione di un ambiente, di un film o, specialmente, di un gioco. Agli ultime importanti fiere tecnologiche era un proliferare di smartphone montati su supporti tipo occhiali che, una volta indossati, consentivano visoni a 360° spostando la testa e vedendo tutto attorno.
Anche i principali social media (Facebook, Youtube) hanno da tempo inserito il supporto per le immagini ed i filmati a 360° e già ci sono le prime macchine video-fotografiche con doppio obiettivo fisheye che con uno scatto fanno la foto a 360°.
Molto probabilmente questo settore prenderà sempre più piede e per questo l’S-Team ha dato tutto l’appoggio umano e di esperienza fotografica al giovane Lorenz Rossato per aiutarlo ad eseguire uno scatto a 360° del Lago d’Ops, uno dei punti più suggestivi e rappresentativi del Buso della Rana.
Dotato anche lui di obiettivo fisheye, la sua tecnica di ripresa consiste nel realizzare tre scatti con il cavalletto, avanti, dietro, sopra, e poi un altro scatto della zona in cui era posizionato il cavalletto, per poi assemblare il tutto, con software dedicati, in un’unica foto. Il risultato lo potete vedere qui sotto e vi consente di guardare in tutte le direzioni come se vi trovaste fisicamente in quel luogo.
Forse quasi nessuno si è accorto, ma sopra al Lago d’Ops si trova una rara concrezione a disco, ormai fossile, con tutto il suo corredo di drappeggi sottostanti: bellissima.
Ripercorrendo il Ramo Nero con occhio curioso, ci si accorge come il rilievo manchi di dettagli e sia sbagliato in alcuni punti, specialmente la zona del Pettine dove il reticolo di gallerie fossili superiori ed attive inferiori non coincide quasi in nessun punto. Sempre di più si sente la necessità del rifacimento totale del rilievo con tecniche moderne e con anche le sezioni.
