Ingresso basso Pisatela

Ramo dell’Ingresso

(fino a Sala dell’Orda)

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Testo di Sandro Sedran

La grata a protezione dell’ingresso è sempre aperta ed è stata posizionata per impedire agli animali di entrare accidentalmente, in special riferimento ai cani dei numerosi cacciatori che battono la zona. Una fessura nella parte alta consente il normale passaggio dei chirotteri.
Si tratta di un ingresso basso e quindi d’inverno aspira l’aria esterna e d’estate espelle quella della grotta.

La prima parte, larga e bassa, bisogna farla carponi. Segue un tratto da strisciare, ma poi la condotta si alza e restringe consentendo di camminare quasi eretti fino allo sprofondamento del primo pozzo.
Da qui fino alla galleria Emicranica sarà un’alternanza di pozzetto, fessura, slargo, il tutto creato dal corso d’acqua che meandreggiando si è fatto strada tra le fessure della roccia.

Il primo salto è un P6 e ci consente di atterrare in una saletta, la cui prosecuzione naturale sarebbe dalla parte opposta, ma in quel punto la strettissima condotta compie una retroversione e ritorna vicino al punto di atterraggio del pozzo per gettarsi nel P9 successivo. Gli speleologi di Schio hanno quindi provveduto a demolire parte dell’esile strato di roccia che separava i due pozzi semplificando notevolmente la progressione e creando una finestra artificiale.
Alla base del P9 s’ignora la fessura sul fondo ed anche il pozzetto a sinistra qualche metro più su; entrambi conducono ad una strettissima condotta che chiude per impraticabilità. Si entra verso destra in una fessura scendendo con l’aiuto di staffe. Passato uno slargo, ci s’infila in una stretta fessura allargata artificialmente per poi scendere un saltino in corda P4 ed un altro successivo di poco più di un metro che si fa tranquillamente in libera. Sopra di noi splendidi camini ciechi.

Siamo ora di fronte alla fessura in cui si scende nel P15 (punto 2 del rilievo), il pozzo maggiore in questo tratto di grotta. Usciti dal pozzo si gira a sinistra, ignorando la deviazione a destra (attenzione al ritorno!) e si entra finalmente nell’ampia Galleria Emicranica, stando attenti a non finire dentro un pozzetto cieco, situato proprio al suo ingresso (fune di sicurezza nel traverso).
Questa galleria deve il suo nome al grande mal di testa occorso a Flaviano Masetto, uno dei primi esploratori scledensi, per la gioia di aver finalmente trovato grandi ambienti dopo il grande lavoro di allargamento delle strettoie trovate nella parte iniziale.

Purtroppo gli ampi spazi durano poco e sotto la galleria chiude su riempimenti detritici. La prosecuzione è verso l’alto dove, con l’ausilio di staffe, si sale di circa sette metri sulla sommità di una stretta spaccatura che bisogna percorre in contrapposizione nella sua parte più alta. Dopo un traverso verso sinistra, si procede ora a carponi, in contrapposizione e con il vuoto sotto, un’antica condotta sfondata. E’ questo il passaggio meno gradito dagli speleologi, specie quando lo si percorre al ritorno, stanchi, con la roccia resa più scivolosa dal bagnato che ci porta addosso.
Si appoggiano i piedi per pochi metri e poi si traversa uno sfondamento aiutati da staffe. Una decina di metri di meandro, con a sinistra una finestra che consente di accedere ad un ambiente cieco superiore (punto 3 del rilievo), e poi il saltino P3 che ci fa entrare nella grande Sala dell’Orda.

Guardando la sala: verso destra si trova il Ramo Sud; a sinistra, costeggiando la parete e seguendo il cavo telefonico, il passaggio verso lo Stargate.

Questa la scheda d’armo dettagliata di questo tratto di grotta.

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