RAMO NORD
Sviluppo totale: metri 2106 (con esclusione di Camino Eco, Papesatàn, e Ramo delle Sabbie)
Autori delle foto: GSM (archivio GSM)
Descrizione:
di Federico Lanaro - Gruppo Speleologico CAI Malo, tratta dalla rivista Speleologia nr. 5 del giugno 1981
Durante una punta di scavo nelle frane della Zona Peep, Toni
Tessaro, curiosando qua e là, si infila in un cunicolo che diviene ben
presto una strettoia abbastanza lunga (~10mt) dove si deve avanzare su un fianco
ed oltre la quale si sbuca in una zona simile alla Peep, ma con un ramo principale
ben definito che si dirige a O-N-O con brusche curve a gomito, attivo nella
sua parte inferiore e con il fondo coperto da argille umide che testimonierebbero
l'occasionale allagamento.
Moltissimi cunicoli, in gran parte inesplorati si staccano dal ramo.
Il ramo attivo si perde a valle in frana occlusa da argilla ed a monte prosegue
inesplorato. Dopo circa 150 metri si giunge ad una sala con pareti a specchio
di faglia: Sala Grog.
Da qui dipartono due rami: il Ramo delle Nicchie, con partenza decapitata dallo
specchio di faglia della sala (pozzetto di due metri), si snoda con nicchie
concrezionate per circa 60 metri. Il Ramo dell'Ometto è circa di sviluppo
uguale e porta ad una cengia detritica a circa 4 metri dal pavimento di un vasto
ambiente in cui scorre un torrente: la Sala Roby. A questa arriva anche il Ramo
delle Nicchie.
Siamo nel Ramo Nord; proseguendo verso sud lungo questo grande ramo attivo,
dopo circa 40 metri verso valle, si giunge ad una sala (Sala 8 Marzo) da cui
scende una doccia perenne da un foro sul soffitto. Uno specchio di faglia chiude
la sala lasciando uno stretto pertugio fra i massi dal quale si raggiunge un
cunicolo che, dopo circa 20 metri, porta ad una frana dove si perde il torrente.
Sulla destra scende un grosso affluente che si innalza subito con parete di
circa 5 metri (prosegue a meandro largo 0,8 metri inesplorato).
Da Sala Roby, il Ramo Nord prosegue verso monte in una grande galleria attiva
in diaclasi larga 2-3 metri ed alta fino a 20 metri che si dirige in direzione
nord. Essa prosegue per circa 100 metri fino ad incontrare un camino, attivo
in tempi remoti, da cui scende notevole quantità d'acqua. Sulla parete
incisa dall'erosione si intravede, a circa 25 metri di altezza, una soglia da
cui sembra partire una grande galleria (il Camino dell'Eco). Sulla stessa parete,
a 5-6 metri d'altezza, si apre una fenditura alta 4 e larga 0,8 metri. E' l'inizio
di un ramo laterale fossile, un tempo affluente attivo del Ramo Nord: il Ramo
delle Sabbie. Esso prosegue, con larghezza orientativa di un metro ed altezza
sempre di 4, per circa 40 metri fino a raggiungere una sala con pareti parallele
ed assolutamente lisce. Da questa si dipartono almeno due cunicoli dei quali
uno ritorna, con anello, ad un'apertura sul ramo già percorso attraversando
zone di singolare ricchezza concrezionale. In particolare è stata trovata
una colonna completa alta circa tre metri e di colore bianchissimo, molto raro
al Buso della Rana.
Dal camino si prosegue sempre in direzione nord per altri cinquanta metri, lasciando
sulla sinistra un affluente che sfocia nel Ramo Nord da un'apertura a due metri
da terra (Papesatàn).
Il ramo effettua una "curva" e prosegue quindi in direzione ovest
localizzandosi in un ambiente principale percorso dal torrentello. I calcari
molto compatti, cristallini e ricchi di fossili (echinidi, nummuliti, ecc.),
determinano la morfologia erosiva caratteristica: galleria abbastanza stretta
(larghezza da 0,6 ad 1 metro) ma molto alta (dai 4 agli 8 metri) con pavimento
sottoescavato a grandi marmitte piene d'acqua e frequenti piccoli anelli laterali
dovuti a diaclasi vicine e parallele.
Si prosegue per circa 100 metri fino ad una marmitta che blocca con la sua presenza
e successiva paretina di 4 metri la logica prosecuzione della galleria (La Pozza)
Nella successiva fase esplorativa si è cercato di superare il laghetto
al quale si era arrestata la precedente spedizione. Va detto che questa zona
si presenta priva dello scorrimento idrico caratteristico della zona immediatamente
a valle. Il getto d'acqua fuoriesce da un pertugio impercorribile, sulla sinistra
orografica del ramo Nord. Si nota così a qualche metro dal laghetto una
finestra molto alta sulla parete sinistra. Raggiunta in arrampicata essa si
è rivelata come l'antico letto del torrente che forma subito una grossa
marmitta asciutta del diametro di 2 metri e profonda altrettanto. Superata questa
si perviene, con breve discesa ad un ambiente assai complesso, composto da vari
fusoidi verticali, anastomosati tra loro, uno dei quali forma l'ambiente che,
tramite finestra di incisione erosiva, comunica con il laghetto che aveva bloccato
la precedente spedizione. È stato ritrovato il torrentello che subisce
una cattura ad opera di un basso ed impraticabile condotto, per fuoriuscire
poco oltre nel collettore principale, come già osservato. La galleria
attiva prosegue verso Ovest, presentandosi alto ma non più larga di un
metro, profondamente lavorata dall'erosione, con tracce di marmitte sfondate
sulle pareti. Questa sezione si mantiene inalterata per circa 60 metri e la
galleria non si discosta minimamente dalla direzione originaria. Un riempimento
costringe ad un passaggio basso sull'acqua e subito dopo l'ambiente torna ad
allargarsi in una saletta che coincide con curva a gomito verso N-W. Questo
tratto di Ramo Nord presenza una sezione abbastanza larga (da 2 a 3 metri) ed
è sempre molto alto. Piccole croste basaltiche sono cementate sulla roccia
calcarea di base. Numerose gallerie fossili si staccano dalle pareti, tre di
queste sembrano offrire interessanti possibilità di sviluppo. Un breve
tratto di stretta galleria immette in un nuovo ambiente molto vasto con un grande
camino sulla sinistra. I calcari diventano inconsistenti e infatti, superata
una piccola cascata di 2 metri, il torrente scompare quasi subito sotto frana.
L'ambiente si fa molto grande e si può proseguire camminando sopra la
frana per una quarantina di metri finché il soffitto, sempre abbastanza
basso, si abbassa sempre più fino ad impedire ogni prosecuzione. Restano
da osservare attentamente alcuni passaggi in frana che potrebbero permettere
di superarla.
Una trentina di metri dopo la "curva" a gomito si può raggiungere
in arrampicata una finestra che prosegue formando una bella galleria con sezione
rotondeggiante (condotta forzata) del diametro di tre metri circa, che torna
verso est (Ramo Pensile). Dopo una ventina di metri una brusca curva a destra,
con pavimento sprofondato di circa 1,5 metri ed un pozzetto (inesplorato) immette
nuovamente in una galleria simile alla precedente. Essa prosegue, sdoppiandosi
e riunendosi, fino ad una nuova curva a 90° verso sinistra. Da qui con breve
galleria in diaclasi si perviene ad un grande ramo che la taglia perpendicolarmente.
Esso si può percorrere solo per qualche decina di metri dato che, in
entrambe le direzioni, il pavimento scompare ed appare evidente che si tratta
della parte "sotto volta" del collettore principale del Ramo Nord,
prima della "curva".
Contribuisci anche tu ad arricchire le pagine di questo sito! Invia al webmaster foto, descrizione o racconti su questo ramo: verranno pubblicati indicando fonte ed autore.