RAMO ATTIVO DI DESTRA
Sviluppo totale: metri 751
Descrizione:
Autore del testo: Sandro Sedran G.S.Malo con integrazioni dalla pubblicazione del 1978 "Contributo alla conoscenza del carsismo dell'altipiano Faedo-Casaron in relazione ai sistemi ipogei del rio Rana e del torrente Poscola" di Gleria e Zampieri
Accesso: si percorre il Ramo Principale fino alla scaletta sulla cascata; da questa saletta parte sulla destra uno stretto e basso conicolo con il fondo coperto d'acqua che porta alla cascata della Sala Nera. La nuova scala d'alluminio consente un facile accesso al ramo attivo, che si trova 6 metri più in alto; in questo tratto il torrente scorre fra strette pareti incassate e fortemente lavorate dall'azione dell'acqua fino al punto in cui s'innesta da destra il Ramo Morto (fino a poco tempo fa il più comune accesso ai rami settentrionali della Rana). Le dimensioni della galleria diventano agevoli e si può godere a pieno della bellissima condotta in roccia viva modellata dal corso del torrente interno. Si passa il "Gomito", la successiva controcurva a 90° ed un altro bel tratto rettilineo fino ad una frana che sbarra la strada: si risale a sinistra e si cerca un passaggio fra i macigni cercando di portarsi verso l'alto fino a sbucare nella Sala della Scritta.
Era questo il limite della grotta fino agli inizi del 1969 quando i lavori di scavo del Gruppo Grotte Trevisiol consentirono di superare la frana che impediva il passaggio. Sullo specchio di faglia a movimento orizzontale che domina l'intera sala si possono osservare le scritte dei primi esploratori che arrivarono fino in questo punto della grotta nel 1933.
D'ora in poi, fino a Sala Pasa, la galleria si presenta prevalentemente sempre molto larga e bassa. Si prosegue incontrando un paio di laminatoi ed una frana di grossi blocchi che si aggira sulla destra; si entra in una salettina con uno specchio di faglia (Sala Antoniazzi) in fondo alla quale ci si infila in un pozzetto di un paio di metri, si supera un altro laminatoio e si aggira lo sbarramento di macigni salendo sulla destra con l'aiuto di una corda. Passato a gattoni un lastrone orizzontale si arriva in un'altra saletta dove bisogna risalire la frana ed imboccare il passaggio che ci introduce nella Sala Pasa. Questo passaggio prende il nome di "Variante Valmorbida", dal nome del membro del G.S.M. che l'ha individuata, ed è stata aperta nel corso del 2000 facendo saltare con l'esplosivo quei macigni che separavano le due sale. I frequentatori più assidui ricorderanno sicuramente che sulla sinistra della frana si trova il vecchio passaggio che obbligava a discendere la frana fino a reincontrare il ramo attivo per poi risalire tra i blocchi di roccia, la mitica "Chiocciola", fino a sbucare nella Sala Pasa, il tutto con notevole dispendio di energie.
Dopo un meritato riposo e l'osservazione degli enormi blocchi crollati dalla
volta piatta, si raggiunge la parte opposta della sala dove, nella parte alta
a sinistra, ci si infila nella fessura che porta al laminatoio di una decina
di metri da superare strisciando fino allo sbocco sul ramo attivo scavato sul
basalto. Come per la sala precedente il tratto a monte del crollo ha le caratteristiche
morfologiche dei cunicoli scavati in pressione. Da osservazioni dirette durante
le piene l'acqua invade completamente la galleria con notevole violenza e rigurgiti,
lasciandovi poi depositi limosi lungo le pareti. Il cunicolo prosegue innalzandosi
lungo una superficie di faglia trasversale all'asse della galleria (120). Sulla
linea di faglia verso sud si sviluppano i Rami di Sinistra. Il ramo attivo di
Destra si abbassa ricevendo da un condotto ellittico l'acqua dei rami di Sinistra.
Più avanti la galleria in pressione accentua le sue caratteristiche con
un lungo tratto molto basso (50 cm) dal fondo di sabbia e ciotoli (Laminatoio
Bagnato). Oltre questo la volta si alza e il ruscello talvolta scompare tra
i blocchi di crollo. In corrispondenza di un apporto sulla sinistra (150) una
finestra a 3 m di altezza mette in comunicazione con un sistema di rami fossili
superiori (Rami dei Camini).
Dopo 50 m due diramazione opposte (151) permettono di ricollegarsi per altre
vie agli stessi rami. Proseguendo la galleria assume più marcate forme
gravitative divenendo alta e stretta con marmitte al fondo e andamento sinuoso
fino a una frana che ancora una volta prelude a un ambiente di crollo. Uno stretto
passaggio verso l'alto (178), la "Buca da Lettere" immette nella Sala
Ghellini, formatasi all'incrocio di due faglie.
Dietro alcuni blocchi di pietra è nascosto l'accesso al Ramo Attivo di Sinistra, scoperto quasi casualmente da un membro del G.S.M. nel 1992. Bello per l'azione erosiva dell'acqua, risulta impegnativo a causa dei continui passaggi aerei in contrapposizione tra le strette pareti della galleria.
Dalla Sala Ghellini due cunicoli comunicano con i rami dei Camini e poco oltre,
verso sinistra, si raggiunge, alla destra, l'imbocco dei rami di Sala Snoopy
(179) parzialmente intasato da detriti (indicata con una freccia ed una "S").
Alla fine della sala, ridiscesi i blocchi di crollo, ricompare il corso d'acqua
tra grossi ciotoli basaltici. La direzione del ramo, dopo aver descritto una
progressiva variazione, da NW-SE prosegue ora in senso E-W. Dopo alcune decine
di metri di ampia galleria una nuova diramazione attiva (182) si sviluppa lungo
una linea di faglia. Da qui il cunicolo riprende la tipica forma gravitativa
con andamento sinuoso, marmitte, cascatelle sul fondo e abbondanti concrezioni
alle pareti. Dopo un centinaio di metri la galleria si restringe finché
il rivo d'acqua sgorga da fessure impraticabili nella roccia compatta (189).
Sulla destra è possibile risalire ancora su blocchi di frana.
Un breve filmato di Simona Tuzzato della parte iniziale del ramo fino a Sala della Scritta.
Autori delle foto: GSM (archivio GSM), DCG (Dalla Costa Gino, tratto dal libro Dimensione Buio), SS (Sandro Sedran GSM PhotoTeam)
![]() La Saletta Nera (SS) |
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Nei pressi del "gomito" (SS) |
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![]() (SS) |
![]() (SS) |
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![]() (SS) |
![]() (SS) |
![]() La cascatina prima di Sala della Scritta (SS) |
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